Duna a Marina: 5 passerelle sospese in legno dagli stradelli alla spiaggia

Intervento del Comune finanziato da Eni. Le controproposte di Sel

La duna di Marina di Ravenna (Zani)

La duna di Marina di Ravenna (Zani)

Ravenna, 14 settembre 2014 - ECCO le passerelle sospese in legno che saranno realizzate con 500 mila euro di fondi Eni sulla duna davanti all’ex colonia di Marina di Ravenna. Di fronte alla ex colonia, tra il bagno Ruvido di Punta Marina e il bagno Tamerici di Marina di Ravenna, si estende la più lunga tra le dune formate dall’azione del vento, risparmiate dall’uomo e tutt’ora coperte di vegetazione pioniera. Oltre 400 metri che dovrebbero essere attraversati da cinque passerelle ortogonali alla linea di riva, sorrette da file di bastoni piantati nella sabbia, e da altre passerelle longitudinali: percorsi obbligati per evitare che la duna venga calpestata. Un progetto che ha già suscitato polemiche.

I pali, di lunghezza variabile a seconda della conformazione della duna, affonderanno nella sabbia per metà della loro lunghezza, e saranno distanziati 1,80 metri l’uno dall’altro. Sono inoltre previsti interventi di ‘sand fencing’, con barriere alla base della duna «per contrastare l’erosione eolica e a limitare gli accessi all’area protetta»: pali in larice o castagno della lunghezza di 1,60 metri sorreggeranno una barriera costituita da un intreccio di verghe di erica. Il progetto prevede, infine, la rinaturalizzazione della duna con essenze come Ammophila littoralis, Agropyron junceum, Euphorbia paralias ed Eryngium maritimum.

ANCHE SEL avanza critiche al progetto Eni. «È doveroso chiedere una presentazione pubblica dell’intervento nella quale avere il tempo per analizzare la proposta e proporre migliorie attraverso la commissione ambiente al consiglio comunale coinvolgendo i soggetti esperti locali — scrive il coordinamento provinciale del partito —. La mancanza principale sta nel proporre un intervento su quell’area senza aver coinvolto i ravennati, che hanno dimostrato più volte nel tempo la loro sensibilità per quel che accade lì».

Secondo Sel, «lo schema delle passerelle previsto dal progetto è senza dubbio eccessivo: sono molte e non sono collegate, ma vanno a finire in punti morti, che sicuramente stimoleranno i fruitori a scavalcare e a fare il giro più corto, piuttosto che tornare ogni volta indietro e riprendere il corridoio principale che li porta al successivo “cul de sac”. Sarebbe meglio un intervento di ampliamento della zona protetta e con un percorso unico, più breve e ondulato, che permetta di vedere i vari punti. Un intervento più leggero con due soli accessi sopraelevati alla spiaggia che permettano di accedere senza incidere il terreno e consentendo alla flora spontanea di riprodursi parrebbero essere l’ottimale, anche perchè la struttura sopraelevata in legno, oltre al positivo effetto di impedire il calpestio che ostacola la crescita di vegetazione, se troppo massiccia ridurrà l’effetto del vento per il trasporto di sabbia». Anche gli interventi di ‘sand fencing’ non convincono: «Va piuttosto rafforzata la salvaguardia della riserva naturale con una nuova recinzione».