Hotel, 10 indagati per bancarotta

"Rilevavano gli alberghi tra Lido di Savio e Cervia e poi li portavano al fallimento"

La reception di un hotel (Foto di repertorio Olycom)

La reception di un hotel (Foto di repertorio Olycom)

Ravenna, 1 dicembre 2015 - Rilevavano hotel della riviera tra Lido di Savio e Cervia. E poi li svuotavano di tutte le risorse finanziarie fino a portarli al fallimento. In totale sarebbero così riusciti a mettere le mani su più di cinque milioni e 300 mila euro. Almeno secondo la procura che ha notificato a dieci persone un’avviso di chiusura indagine con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata appunto a «sistematiche e reiterate distrazioni delle risorse», si legge nel documento a firma del procuratore capo Alessandro Mancini.

In totale tra strutture alberghiere o società del settore, sono sette i fallimenti dichiarati dall’ottobre del 2010 al giugno del 2013 e finiti nel mirino della procura. Sei sono di società di Cervia: ‘Capital Game’, ‘Guest Star Hotel’, ‘Capital Progress’, ‘Offshore Hotel’, ‘Business Travel’ e ‘Group Cavalli Hotel’. E uno, la srl ‘Royal Holiday’, di Lido di Savio.

Al vertice dell’associazione – prosegue l’accusa – e dunque in qualità di presunti promotori, c’erano quattro persone di un unico nucleo familiare del quale fa parte anche un avvocato del Foro di Rimini: erano loro gli amministratori di fatto delle società. E’ con tale ruolo che avrebbero controllato le varie srl, direttamente o tramite dei prestanome, per poi svuotarle e ridurle al fallimento. Sotto di loro, figurano i sei presunti prestanome – tutti residenti tra Cervia e Cesenatico – che avrebbero assunto, solo in via formale, la carica di amministratori della società di turno effettuando a richiesta «reiterati prelevamenti di danaro» o «l’emissione di assegni circolari» in un arco di tempo compreso tra il marzo del 2005 e il luglio del 2014. In un caso all’indagato è stata ricondotta la carica formale di socio di alcune srl con acquisizione, ritenuta fittizia, del 60% delle quote. Nel complesso, sono stati rilevati i reati di bancarotta patrimoniale e documentale.

L’indagine a carico dei dieci – difesi dagli avvocati Matteo Paruscio di Rimini; Massimo Martini, Elena Giunti e Manuela Mengucci di Ravenna; e Nicola Mazzacuva di Bologna – era scattata nel maggio del 2012 in seguito a un esposto a procura e guardia di Finanza a firma di ‘un gruppo di operatori turistici della riviera romagnola’ e inviato da Cesenatico. In quello, si faceva il nome di due uomini, poi indicati dall’accusa tra i presunti promotori dell’associazione, che «da anni continuano indisturbati ad agire e gestire di fatto attività alberghiere avvalendosi di teste di legno». Si chiedeva in particolare di verificare la provenienza dei soldi. Una lettera anonima, veniva specificato, «per evitare ritorsioni di ogni ordine e grado». Poco dopo gli inquirenti avevano deciso di andare a recuperare tutti i fallimenti sospetti di attività alberghiere e di riunirli in un unico fascicolo penale.