Pineta di Classe, riparte il censimento dei daini

Nuovi particolari sul blitz degli animalisti di sabato

I carabinieri con il materiale sequestrato

I carabinieri con il materiale sequestrato

Ravenna, 16 marzo 2015 - RESTA alta l’attenzione sui daini nella pineta di Classe. Da una parte c’è la la delibera della Provincia con la previsione di abbattere i daini considerati in esubero nell’area pinetale, dall’altra la protesta degli animalisti, sfociata in alcuni casi (e per responsabilità di una frangia estremista) in aggressioni verbali e fisiche e negli episodi della notte tra venerdì e sabato. L’Atc, che ha presentato quattro denunce dopo la distruzione delle altane (le strutture sopraelevate dalle quali i cacciatori potevano abbattere i daini), attraverso l’avvocato Carlo Benini segue l’evolversi dell’inchiesta in previsione di costituirsi parte civile nei confronti dei responsabili degli atti vandalici. La popolazione degli ungulati è, ad oggi, considerata eccessiva dalla Provincia. Ieri è scaduta anche la proroga concessa per gli abbattimenti. I daini soppressi in tutti questi mesi sono stati 6. Un nuovo piano di selezione, considerata anche la stagione estiva, non potrà essere attuato prima dell’autunno. Nel frattempo è però iniziato un accurato censimento dei daini presenti nella pineta di Classe e nelle aree adiacenti. Sono impegnati l’Atc insieme all’associazione dei cacciatori dell’Appennino specializzati nella ricerca degli ungulati e al personale della Provincia. La prima uscita, in pineta, ha permesso di censire 46 daini. La catalogazione di questi animali sarà effettuata nella pineta di Classe, nell’Ortazzo e nell’Ortazzino, nell’area che va dalla pineta di Classe a quella Ramazzotti (nella quale, in via Marabina, si trova la Torrazza) e nelle campagne attorno al cimitero di Savio. Il censimento si concluderà in maggio.

ATTIVISTI DENUNCIATI, NUOVI PARTICOILARI. «MI SA che stavolta ci denunciano». Quando i carabinieri di Savio hanno fermato l’auto degli animalisti e hanno cominciato la perquisizione, i cinque si sono resi conto della gravità della situazione. E, accompagnati poi in caserma, hanno versato qualche lacrima. Gli atti vandalici di venerdì notte possono costare loro molto caro: i cinque sono stati denunciati per violazione di domicilio, imbrattamento e danneggiamento.

Poco prima, quando la guardia pinetale aveva individuato l’auto con i cinque attivisti nei pressi della ‘casa di caccia’ che in precedenza era stata presa di mira dal raid, alla sua richiesta di cosa ci facessero lì, loro hanno risposto: «Niente, ci siamo semplicemente smarriti». Alla vista dei carabinieri però i giovani hanno capito però che sfuggire alla denuncia sarebbe stato impossibile. 

Nella Mercedes Classe A gli attivisti avevano infatti un martello, le vernici e i palloncini, oltre a una vera e propria lista di obiettivi da colpire. Tra la notte e l’alba erano stati imbrattati e danneggiati tre obiettivi: l’abitazione ravennate del presidente dell’Atc (ambito territoriale caccia) RA2, colpita con palloncini di vernice rossa e imbrattata con scritte offensive; la ‘casa di caccia’ gestita dall’Atc a Savio, danneggiata alle vetrate e alla recinzione esterna e l’abitazione di San Bartolo di un ignaro cittadino che aveva come colpa quella di essere omonimo di Claudio Miccoli, presidente associazione cacciatiori emiliano-romagnoli. 

I cinque attivisti fanno parte dell’ala più estrema del movimento di protesta contro l’abbattimento dei daini: indagati sono due trentini, classe ‘66 e classe ’90 e tre donne, una 44enne di Santa Giustina in Colle (Padova), una cinquantenne di Fano e una 44enne del Bergamasco. Da mesi è alta la tensione in pineta: gli animalisti contestano la decisione della provincia di abbattere i 67 danni considerati in sovrannumero (la campagna degli abbattimenti è terminata il 15 marzo).

Scrive Francesca Santarella del Movimento 5 Stelle: «Con grande rammarico si apprende dell’avvenuto imbrattamento per opera di alcuni esponenti dell’ala più estremista dell’attivismo animalista a favore della vita dei daini. Nel dissociarci da qualsiasi azione contraria alla legge e nel ricordare che invece, per quasi quattro mesi, moltissimi cittadini si sono recati all’alba in pineta per proteggere pacificamente i daini dallo sterminio, credo opportuno sottolineare come, purtroppo, anche questo episodio trovi perfetta giustificazione nel clima esasperato prodotto dalla totale negligenza della Provincia di Ravenna».