Morta a 15 anni dopo l'incidente, aperta la camera ardente. Venerdì i funerali

Rose e gerbere per ricordare Giulia Epifani FOTO Il luogo dell'incidente

Giulia Epifani

Giulia Epifani

Correggio (Reggio Emilia), 16 aprile 2015 - Ci sono tre mazzi di fiori, rose e gerbere variopinte. E due bigliettini riempiti di parole affettuose vergate a mano dalle amiche incapaci di accettare quanto è successo. Che un tragico destino abbia spezzato la vita di 15enne della loro "Giuly" in un battito d’ali. Se n’è andata martedì sera, a tarda notte, in un letto d’ospedale del Maggiore di Parma. Di quel terribile schianto restano le strisce blu sull’asfalto (foto), frutto dei rilievi della Municipale di Correggio. Ma, soprattutto, resta tanta, troppa disperazione. E incredulità. 

Ancora sotto choc, le amiche di Giulia Epifani, chi compagna di classe, chi di squadra, la Virtus Correggio, cercano di consolarsi a vicenda. Le lacrime si sciolgono in teneri abbracci. E al civico 14 di via Fosdondo, dove martedì, alle 12.40, è accaduto l’imponderabile, è un viavai silenzioso. Il luogo del ricordo. Qui vive l’amica dove Giulia si stava recando in sella al suo scooter poco prima di schiantarsi contro il Volkswagen Touran guidato da una 45enne di Novellara. Straziata, la giovanissima compagna di classe racconta: «Giulia aveva dimenticato una cosa nel cestino della mia bici, così mi ha telefonato per dirmi che sarebbe tornata subito a prenderla». L’amica era in casa, a tavola, quando ha sentito quel gran rumore: «Un botto tremendo – ripercorre quei tragici attimi – poi ho visto lo scooter a terra e lei stesa là...». 

E il gruppetto si stringe accanto ai fiori e racconta di una ragazza «vivacissima», «solare, sempre col sorriso stampato in faccia. In ogni occasione, bella o brutta...». «Cara Giuly, è difficile pensare che tu non sia più qui. E’ dura immaginare di non sentire più le tue risate, i tuoi ‘Abbuco Vez’. Te ne sei andata senza salutarci ma rimarrai sempre con noi. Ti vogliamo un mondo di bene», si legge sul biglietto giallo firmato da due amiche. 

Già, quell’Abbuco Vez, Giulia lo ripeteva continuamente: «Come dire ‘bella lì, sorella’», raccontano le sue amiche del cuore tratteggiando il ricordo di una 15enne eclettica, animata da tante passioni. Oltre allo sport, con un passato pure nell’atletica, Giulia adorava la musica: «Suonava il pianoforte e la chitarra». «Da settembre scorso giocavamo insieme nella Virtus Correggio, calcio femminile a 5. Giulia stava in fascia destra - racconta la compagna di squadra - Proprio domenica, a Poviglio, durante la partita, aveva segnato. Oggi pomeriggio (ieri, ndr) andremo a salutarla con tutta la squadra». Eppoi Giulia, che viveva in via San Prospero con la famiglia: la madre, Maria Laura Valletta, che lavora alle Poste di Reggio, la sorella 20enne Madia, il padre Gianni, nell’Aeronautica, a Ferrara. 

Aveva un moroso, giovanissimo e studente come lei. Le sue amiche, che martedì sera sono andate a trovarla in ospedale e che in preda allo sgomento, ieri, hanno preferito disertare le lezioni, commentano: «Quanto è successo ha dell’incredibile, impossibile farsene una ragione». «Una tragedia», scuote il capo addolorato un vicino di casa che l’ha vista crescere. «Anche se fisicamente non ci sei più, sarai sempre presente – le rendono omaggio le amiche in un altro biglietto – Continueremo a inseguire il nostro sogno del calcio, insieme a te lotteremo come facevi tu. Sei speciale! Ricordatelo Giuly».