ALESSANDRO DI MARCO
Cronaca

Alessandro Pandolfi scomparso, chiesta la morte presunta

Nessuna notizia del sub da cinque anni. Si era immerso il 6 agosto del 2015 nei fondali davanti al porto di Ancona

Alessandro Pandolfi disperso in mare nel 2015

Fabriano (Ancona), 12 gennaio 2020 - Cinque anni dopo la tragica scomparsa in mare sta per arrivare all'epilogo la triste vicenda di Alessandro Pandolfi, il sub fabrianese disperso tra le acque del mare Adriatico il 6 agosto 2015.

La famiglia, assistita dai legali Maurizio e Ruggero Benvenuto, ha presentato la richiesta di morte presunta per l'uomo che all'epoca dei fatti aveva 45 anni. "Il Tribunale di Ancona - spiegano gli avvocati - si è riservato la decisione che comunque dovrebbe arrivare nei prossimi mesi".

Ad oggi nessuno si è presentato all'autorità giudiziaria per fornire informazioni su eventuali avvistamenti del sub che, con la sua muta, quel giorno, come faceva spesso durante il periodo estivo, si era immerso da solo sui fondali marini poco distanti dal porto di Ancona.

L'eventuale dichiarazione di morte sarebbe, dunque, l'ultimo tassello di un'improvvisa tragedia che ha fortemente colpito tutta la comunità fabrianese, dove era particolarmente conosciuto anche per il suo lavoro alle Cartiere Miliani-Fedrigoni.

"Alessandro non era solo un sub appassionato, ma anche molto esperto e preparato", raccontano gli amici che tuttora non sanno darsi pace per il dramma consumatosi in mare, per il quale l'ipotesi più probabile resta quella di un improvviso malore.

Non è mai stato ritrovato il corpo dell'uomo con ogni probabilità inghiottito dall'acqua in una maledetta giornata, eppure cominciata come tante altre in un periodo in cui Alessandro ha effettuato svariate immersioni. Quel giorno di primo pomeriggio decise di prendere il largo con il suo gommone per andare alla ricerca di spazi idonei per la pesca sott'acqua.

Ad attendere il suo ritorno alla Marina Dorica c'era un amico che, non riuscendo più a contattarlo, a tarda sera ha deciso di allertare le forze dell'ordine. Già in nottata sono cominciate le prime ricerche, soprattutto al largo, andate avanti per giorni interi.

Le operazioni in mare hanno permesso di recuperare il gommone a quindici miglia al largo dalle coste di Falconara in prossimità della piattaforma Eni. Recuperati, proprio nel canotto, anche il telefonino dell'uomo, un fucile da pesca, una cintura a pesi, una custodia vuota di un fucile e i documenti.

Insomma, una tragedia del mare che ha sconvolto familiari, parenti e conoscenti di Pandolfi, ma molto provato tutta una città, idealmente stretta sia attorno a quel ragazzone dal cuore grande con la passione per la pesca subacquea e l'amore per le acque limpide.