Alberto Bignami
Cronaca

App Immuni, il test parte tra pro e contro

Le Marche sono tra le quattro regioni che da domani sperimenteranno il nuovo sistema per il tracciamento del Coronavirus

Tra scettici, convinti e complottisti, l’applicazione Immuni cerca di prendere confidenza con gli anconetani sgomitando con qualche (ma non troppa) resistenza. "Trovo che sia un’App utile – dice Fabio Pandolfi – soprattutto per quanto concerne il senso civico. Non la trovo nemmeno ‘restrittiva’ per quanto concerne l’aspetto della privacy. Sapere se si è stati vicini ad una persona con un potenziale positivo, per più di 15 minuti, in questo periodo è importante. La trovo inoltre un’applicazione ragionevole e, per quanto riguarda la privacy bisogna dare fiducia al fatto che questa, viene ribadito, verrà rispettata. Altrettanto noi, dovremmo dunque fidarci dopodiché, sul funzionamento, siamo solo all’inizio e sarà il tempo a dirci se il progetto funzionerà o meno". Ma se c’è chi è pro, vi è anche chi è contro. "Sono troppo confusa – fa una ragazza – Non credo sarà l’App a risolvere questa emergenza. Devo dire comunque che non mi sono informata bene ma credo che, più che inventarsi ‘bonus vacanza’ o altro, si sarebbero potuti finanziare i tamponi a tutti". Ben informato e leggermente scettico, non per l’App in sé ma per il ruolo che questa ricoprirà, è Christian Torres: "So di cosa si tratta e mi sono documentato parlando con persone che, in un modo o nell’altro, lavorano in questo campo. Mi è stato detto che solo il 40% della popolazione utilizza la più nota Whatsapp eppure sembra che tutti l’abbiano nel proprio smartphone. Affinché Immuni funzioni, serve che almeno il 60% della popolazione lo usi. Ecco che con queste percentuali, trovo allora la cosa un po’ utopica. Si pensi ad esempio alle persone anziane, che sono state quelle più colpite dal Covid, e che non hanno di certo degli smartphone né comprensibilmente li sanno utilizzare in tutte quelle che sono le eventuali potenzialità. Indubbiamente la trovo comunque un’App utile nonché una buona iniziativa, ma appunto ‘utopica’ anche perché potrei scaricarla ora dicendo che non sono positivo e, dopo due minuti, toccando il portone di casa, potrei contagiarmi senza saperlo. Per quanto riguarda la privacy abbiamo già Google Maps ed altro… non credo che Immuni sia il problema".

Dagli smartphone ai cellulari "che non supportano le App, come il mio – fa Massimiliano Grassini – che ho un vecchio modello che serve solo per telefonare. Di certo non vado a comprare un nuovo telefono per installare cose del genere che, secondo me, nemmeno servono più di tanto. Credo sia più utile – prosegue – essere corretti: indossando mascherine e guanti come viene richiesto". Mascherine e guanti sono i dispositivi indossati da Alina Rytsyuk che, circa l’App, dice: "Non sono molto informata, ma per quello che so la trovo utile. E’ un ulteriore modo per far sì che ognuno di noi sia responsabile al meglio. La scaricherò certamente, e la farò scaricare anche a mio marito. Inoltre prendo sempre il bus, pulitissimo e con autisti che fanno rispettare le regole, ma una precauzione in più con l’App, di certo non fa male".

Immuni la installeranno anche Ursula Lecci e Michael Fioretti. "Potrebbe essere utile per il controllo del virus e circa quanto detto sulla privacy, ci auguriamo che venga davvero mantenuta poi – commentano – è anche vero che con le App esistenti hanno già tolto qualsiasi tipo di privacy. Crediamo non valga la pena preoccuparsi dunque di ciò ma, piuttosto – concludono – che questa funzioni e serva davvero".