
E’ stata la lupa investita e trovata morta all’Aspio a sbranare le capre di un residente di Gallignano, il 9 ottobre scorso. Il marchio auricolare dell’azienda di provenienza, che identifica il piccolo bestiame, è stato trovato nello stomaco dell’esemplare deceduto il 19 ottobre scorso, martedì. Il dispositivo non era stato ancora espulso. Questo è emerso dalla necroscopia (l’equivalente di una autopsia fatta sul corpo umano) che è stata eseguita all’istituto Zooprofilattico di Ancona da un veterinario specializzato. I resti della lupa, che è stata investita all’alba, all’altezza del civico 51, erano stati recuperati dai carabinieri forestali, già impegnati nelle campagne anconetane per diversi avvistamenti di lupi che si susseguono ormai da mesi. I militari avevano poi proceduto a portare la carcassa al centro per essere analizzato. L’istituto Zooprofilattico doveva verificare le caratteristiche genetiche dell’animale trovato ormai morto e anche le condizioni di salute prima del decesso.
"Era una lupa giovane – spiega Stefano Gavaudan, veterinario dell’istituto – di due anni e che non aveva ancora avuto gravidanze. Aveva appena mangiato un cinghiale prima di morire e stava in salute. I lupi si cibano di animali e trovare i resti del suo pasto confermano questa predisposizione che non pone in pericolo l’uomo. In natura si mangiano tra simili". Controllare che non avesse cuccioli è stato fatto per escludere che non ci siano altri lupi nella zona dove l’animale è stato investito e che non fossero a rischio anche loro visto che avrebbe perso in tal caso la madre. A portare a pensare che la lupa potesse aver dei cuccioli da sfamare era stato il modo in cui nelle settimane scorse sono stati uccisi un cane e due capre. Il primo è stato aggredito a Sappanico, il 6 ottobre scorso, e il proprietario lo aveva visto in diretta. Era mattina quando un lupo si era avvicinato all’abitazione per via delle galline lasciate libere. Il cane era in garage e appena è stato liberato è corso a difendere il territorio ma il lupo lo aveva preso per il collo portandolo via. Le capre sono state uccise invece il 9 ottobre, nel tardo pomeriggio. Il proprietario era rientrato e non le aveva viste nel recinto piccolo trovando poi un buco sotto la rete. Anche in quel caso le prede erano state portate vie e questo aveva fatto ipotizzare che ci fossero dei cuccioli. Il ritrovamento della lupa, morta per emorragie interne gravi, dettate da un impatto importante avuto con il mezzo che l’ha travolta, ha confermato che era lei ad aggirarsi nelle campagne delle frazioni, tra Gallignano sicuramente e probabilmente anche Sappanico. Una presenza sempre più urbana quella del lupo per via anche di una maggiore mobilità che ha avuto sotto il periodo del lockdown. All’istituto Zooprofilattico ne arrivano una media di 20 esemplari all’anno, morti per lo più da investimento ma ultimamente anche per avvelenamento o per colpi da sparo da parte di cacciatori senza scrupoli. L’uccisione del lupo, specie protetta, è punito penalmente.
ma. ver.