Cento bengalesi bloccati da Dacca ad Ancona. "Non possono rientrare"

Dulal, referente della comunità straniera più numerosa ad Ancona: "Sono stati respinti. Lavorano tutti nei cantieri, rischiano di perdere il posto"

Sono più di mille i bengalesi che vivono e lavorano ad Ancona

Sono più di mille i bengalesi che vivono e lavorano ad Ancona

Ancona, 10 luglio 2020 - I nuovi focolai in giro per il mondo e i cosiddetti ‘contagi di ritorno’ sono mettono a rischio i movimenti con diversi Paesi. L’Italia, ad esempio, ha chiuso ai voli e in generale ai passeggeri in arrivo dal Bangladesh. Provvedimento che tocca da vicino la comunità bengalese in città, la più numerosa. Il Gores ha confermato che il caso positivo registrato in provincia di Ancona nelle ultime 24 ore è proprio un giovane rientrato dal Paese asiatico.

Non è il primo, ma la situazione è sotto controllo grazie alla totale collaborazione dei referenti della comunità bengalese con le autorità e le istituzioni locali: "Di recente abbiamo registrato altri due casi _ spiega Dulal Md, storico referente della comunità e ad Ancona da tantissimi anni, con le figlie nate in città _, li abbiamo subito segnalati e fatto in modo che ci fosse la possibilità di trovare dei luoghi idonei dove metterli in quarantena. Questo sia chiaro non soltanto le persone con Coronavirus, ma anche quelle che sono rientrate in Italia e dovevano obbligatoriamente mettersi in quarantena cautelativa. Io stesso non mi sono fermato mai in queste settimane per risolvere certe situazioni restando in contatto costante con il Comune, con l’Asur. Ieri (mercoledì, ndr.) ho incontrato i vertici della Fincantieri visto che molti lavorano per le ditte in subappalto. La nostra opera di sensibilizzazione è costante, ad ognuno che tornava abbiamo chiesto conto dei movimenti, se aveva un posto dove stare in quarantena e c’ arrabbiamo con chi non rispetta le regole. Teniamo tutti sott’occhio proprio in base allo spirito di collaborazione con le autorità anconetane".

Tanti che sono rientrati, altri che non ci riusciranno, un altro problema serio. Diversi connazionali di Dulal Md sono bloccati nel loro Paese d’origine chissà per quanto tempo: "Solo ad Ancona città sono più di cento _ aggiunge il responsabile della comunità bengalese di Ancona _ i miei connazionali che a causa del rischio contagio e della chiusura delle frontiere sono bloccati in Bangladesh e adesso rischiano di perdere il lavoro. Il timore è concreto, ma certo dobbiamo capire che la sicurezza deve essere elevata. Queste persone dopo il lock down in Italia sono rientrate nel nostro Paese dove, al tempo, l’emergenza non c’era. Purtroppo il contagio sta aumentando e tempi certi per la ripresa dei collegamenti non ci sono. Qualcuno parla addirittura di ottobre, nel frattempo la maggior parte il lavoro l’avrà perso e questo per molte famiglie è durissimo da affrontare. Io stesso sono titolare di una ditta che opera all’interno del cantiere e 7-8 operai, miei connazionali, non possono rientrare al lavoro e chissà quanto tempo dovranno restare in patria".