REDAZIONE ANCONA

Botte e stalking alla compagna. Va a processo

Rimasta vedova aveva iniziato una relazione sentimentale con un parente del marito defunto ma per due anni avrebbe subito umiliazioni,...

Rimasta vedova aveva iniziato una relazione sentimentale con un parente del marito defunto ma per due anni avrebbe subito umiliazioni, minacce, percosse e perfino una violenza sessuale. Quando si è decisa a lasciare l’uomo lui avrebbe iniziato a perseguitarla piombando perfino sotto casa delle pazienti dove la donna faceva la badante. Vittima delle violenze una 50enne di origine colombiana che si è decisa a sporgere denuncia quando l’ex compagno è arrivato ad alzare le mani anche sulla figlia 20enne. L’uomo, 40 anni, anche lui di origine colombiana, è finito a processo davanti al collegio penale presieduto dal giudice Roberto Evangelisti per stalking, lesioni aggravate, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. E’ difeso dall’avvocato Nicoletta Pelinga. L’episodio clou risale al 21 febbraio scorso e ieri è stato ripercorso in aula dalla figlia della vittima. La giovane ha raccontato come quel giorno la madre era preoccupata "perché sotto casa dove lavorava si era presentato lui e temeva facesse qualcosa perché aveva bevuto molto. Mi aveva chiesto di rimanere con lei - ha detto la figlia - ma ad una certa ora sono dovuta andare via perché il giorno dopo lavoravo. Poco dopo mia madre mi ha telefonato per chiedermi di tornare. Quando sono arrivata gli ho detto di smetterla di importunarla e lui mi ha preso a schiaffi". Prima era toccato alla 50enne prenderle. L’imputato l’avrebbe sbattuta a terra facendola cadere su una panchina del cortile interno alla palazzina. La donna riportò 7 giorni di prognosi e il pronto soccorso diagnosticò lesioni da percosse. Stessa prognosi alla figlia che aveva rimediato schiaffi e calci. Dopo quell’episodio il colombiano è stato raggiunto da un divieto di avvicinamento. Stando alla testimonianza della figlia "le violenze in un mese erano quasi quotidiane, anche dopo che mia madre ha lasciato casa sua". La coppia ha convissuto due anni, dal 2021 al 2023. Il colombiano sarebbe stato geloso e avrebbe impedito alla 50enne (parte civile nel processo con l’avvocato Irene Pastore) di avere amicizie maschili, non poteva tenere in numeri nemmeno nella rubrica telefonica, non poteva usare i social network e le controllava sempre il cellulare. Dopo che lo aveva lasciato l’avrebbe minacciata così: "Ti ammazzo se ti vedo in giro con qualcuno tu sei solo mia".