MARINA VERDENELLI
Cronaca

Allarme carcere: un altro morto dopo il suicidio di Matteo Conetti. Ipotesi di un malore

Ancona, è la seconda vittima in una settimana: l’allarme dato dai compagni di cella. Il pm Paolo Gubinelli ha disposto l’autopsia per fugare ogni dubbio sulle cause

Il 25enne fermano, Matteo Concetti, trovato impiccato il 5 gennaio nella cella di isolamento

Il 25enne fermano, Matteo Concetti, trovato impiccato il 5 gennaio nella cella di isolamento

Ancona, 13 gennaio 2024 – Aveva un respiro troppo rumoroso, come se russasse, e questo ha portato le guardie ad entrare in cella, chiamate dagli altri detenuti che non riuscivano a prendere sonno. Poco dopo è deceduto.

Il carcere di Montacuto registra un altro morto, il secondo in una settimana dopo il 25enne fermano, Matteo Concetti, trovato impiccato il 5 gennaio nella cella di isolamento dove era stato trasferito da un giorno.

La seconda vittima è un 41enne, algerino, sarebbe morto per cause naturali ma la Procura, con il pm Paolo Gubinelli, ha disposto l’autopsia per fugare ogni dubbio sulle cause. Il 41enne, con problemi di tossicodipendenza, era stato arrestato dai carabinieri di Osimo il 3 gennaio scorso per spaccio.

Insieme alla fidanzata, una anconetana di 35 anni, era stato fermato fuori dal casello autostradale di Loreto e trovato con mezzo etto di eroina (52 grammi). A stroncarlo sarebbe stato un malore.

Dopo l’arresto avrebbe avuto diverse crisi di astinenza che lo avevano portato più volte in ospedale, in cura al Sert. La morte è sopraggiunta nella notte tra ieri e giovedì. Quello strano russare hanno portato gli altri due detenuti della cella a chiamare le guardie. È stato chiamato anche il 118 ma i sanitari, arrivati in carcere, hanno potuto solo constatare il decesso.

Ieri mattina è stato informato anche il difensore dell’algerino, l’avvocato Bernardo Becci. Il carcere lo ha chiamato per informalo dell’avvenuta morte. Dopo l’arresto del 3 gennaio l’algerino aveva affrontato la convalida in tribunale e il giudice aveva confermato la detenzione in carcere. Lo straniero aveva ammesso di essere una sorta di corriere della droga, ma lo stupefacente non sarebbe stato suo. Lo avrebbe trasportato per conto di altri, insieme alla compagna ma solo per avere un cambio qualche dose per uso personale non per spacciarla. Anche in sede di convalida l’uomo, già con precedenti, aveva manifestato crisi di astinenza. Il carcere di Montacuto è arrivato a quota 330 detenuti.

Stando al consigliere regionale di Fratelli di Italia, Carlo Ciccioli, occorre porre attenzione ad alcuni dati che riguardano la popolazione carceraria in Italia. "Esattamente il 30% è tossicodipendente – osserva il consigliere – il che comporta in maniera prevalente una doppia diagnosi di disagio psichico e uso di sostanze. In questa casistica potrebbe essere compreso anche il 41enne. Forse l’uomo poteva essere salvato se, nel corso di questi ultimi decenni, si fosse aumentato il numero degli agenti di polizia penitenziaria, che vivono un quotidiano inferno. O se si fosse previsto un rafforzamento dei servizi sanitari ad hoc per i carcerati, con focus specifico su coloro che hanno problemi di natura psichiatrica o legati alle tossicodipendenze".