
Giancarlo Sagramola, presidente dell’Unione Montana Esino-Frasassi
Troppi cinghiali, malagestione, risorse sperperate. Le accuse mosse da Giuseppe Locci, presidente della Comunanza Tre Parrocchie di Genga, sullo stato del Parco naturale Gola della Rossa e di Frasassi sono forti, tanto da indurre il presidente dell’Unione Montana Esino Frasassi Giancarlo Sagramola a replicare. "In qualità di Presidente dell’Unione ricostituita dopo lo scioglimento delle Comunità Montane avvenuto nel 2015 tengo a sottolineare la correttezza delle azioni amministrative e dei lavori, messi in campo negli anni. I lettori del Carlino, e tutti gli interessati, debbono sapere che il presidente della Comunanza Tre Parrocchie di Genga, presumo con atti a conoscenza dell’organismo direttivo della stessa, ha inviato al nostro Ente, in sette mesi, 35 richieste di accesso agli atti in merito a lavori ed attività svolte dal Parco negli anni. Nel corretto rapporto con ogni cittadino, le richieste sono state evase nei termini di legge, come evidenziato dal Difensore Civico Regionale e da Garante Regionale dei Diritti della Persona (aditi dallo stesso soggetto scrivente). Un lavoro che ha impegnato due persone su un personale addetto pari a 5 unità". Lo afferma con convinzione, soffermandosi poi sugli altri aspetti. "Il Parco della Gola della Rossa Frasassi, una gestione autonoma all’interno della Unione Montana, è stato finanziato annualmente dalla Regione Marche a consuntivo per un importo su lavori ed interventi di circa 90mila euro. L’unione Montana deve anticipare tali risorse per gestire un territorio di 10mila e 26 ettari (9 euro ad ettaro) compresi 72 ettari della Comunanza tre parrocchie. Certamente nel corso del tempo alcuni interventi su 10mila ettari possono essersi deteriorati e necessitano di manutenzione, cosa che avviene sulla base dei fondi disponibili". Per quanto riguarda la presenza degli ungulati, afferma: "Sul cinghiale, ormai da diversi anni viene attuato un contenimento predisposto in base alle norme vigenti ed in linea con le direttive dell’Ispra l’Ente Nazionale di controllo, che fissa i parametri per l’attuazione. In tal modo sono stati "prelevati" mediamente 400 capi all’anno, tramite controllo selettivo da postazioni fisse localizzate in sicurezza. Inoltre il Piano di interventi urgenti approvato dalla Regione Marche per contrastare la diffusione della peste suina africana prevede un ulteriore aumento dei capi da prelevare e l’ente gestore del Parco si è già attivato in tal senso". Per quanto riguarda la gestione del camping del Lago Fossi di Genga dice: "I manufatti e gli interventi sono stati finanziati e realizzati nell’ambito della programmazione europea 94-99 e rendicontati. Nel corso del 2014, a seguito della volontà manifestata da parte del Consorzio Frasassi, proprietario dell’area in questione, si è provveduto alla concordata restituzione".