ILARIA TRADITI
Cronaca

Confindustria in rosa: "Noi, donne nelle aziende: quanta fatica all’inizio". Ma i dati restano impietosi

Le storie di alcune imprenditrici oggi al timone nonostante un mondo al maschile "In ufficio mi sentivo in soggezione ed ero osteggiata: la stima l’ho dovuta guadagnare".

Le storie di alcune imprenditrici oggi al timone nonostante un mondo al maschile "In ufficio mi sentivo in soggezione ed ero osteggiata: la stima l’ho dovuta guadagnare".

Le storie di alcune imprenditrici oggi al timone nonostante un mondo al maschile "In ufficio mi sentivo in soggezione ed ero osteggiata: la stima l’ho dovuta guadagnare".

C’è chi viene da una famiglia tradizionale, di mezzadri, che ha però costruito un’azienda solida e innovativa come Fileni. "Siamo arrivati al 60esimo anno di attività – ha sottolineato la vice presidente Roberta Fileni – e mio padre, fondatore e ultraottantenne, viene ogni giorno a controllare quello che succede, orgoglioso del cammino che abbiamo intrapreso". L’occasione per raccontarsi l’ha offerta il convegno "Donne e uomini in azienda: un valore per crescere insieme" che si è tenuto ieri pomeriggio, promosso dall’Associazione Donne e Cultura Marche in collaborazione con Confindustria Ancona. Presenti alla tavola rotonda, moderata dalla giornalista Monica D’Ascenzo, esperta di diversity e inclusion de Il Sole24Ore, anche Alessandra Baronciani (Isopak Group), Salina Ferretti (Falc spa), Roberta Vitri (Vitrifrigo srl), Laura Ottaviani (Ad di Ottaviani), Giovanna Merloni (figlia di Antonio Merloni, titolare oggi di Spirito Agricolo) e Gaia Paradisi (amministratrice delegata di Paradisi srl). Ognuna con le proprie difficoltà nel doversi imporre in un mondo prevalentemente maschile. "Sono l’unica donna con un ruolo apicale – ha detto Vitri – ma nella fabbrica le lavoratrici sono il 50% del totale e per agevolarle ho fissato l’orario di uscita alle 16. Così è più facile conciliare lavoro e vita familiare". "Quando ho preso le redini dell’azienda di famiglia e ho deciso di introdurre nuove linee di produzione, più contemporanee e di design all’inizio sono stata osteggiata – ha rivelato Ottaviani, dell’omonima azienda di gioielli e articoli in argento – ogni cambiamento è una sfida ma alla fine i risultati arrivano. C’erano tanti pregiudizi e ho guadagnato la medaglia sul campo". Paradisi, una laurea in Ingegneria meccanica e anni di lavoro tra le macchine di produzione, alla morte del padre nel 2020 ha dovuto prendere le redini dell’azienda: "Non ero a mio agio in ufficio, con le altre donne mi sentivo in soggezione all’inizio, mi sono dovuta guadagnare la loro stima e fiducia e ora andiamo alla grande. Alla scomparsa di mio padre ho riposto fiducia in loro e loro in me, così abbiamo fatto squadra. Quelle donne che mi incutevano soggezione, sono oggi mie alleate. Una squadra di donne alla guida di un’azienda metalmeccanica – ha ammesso Paradisi – non è stata una cosa semplice, all’interno e all’esterno, abbiamo dovuto guadagnarci la stima di chi aveva sempre avuto a che fare con mio padre, che era il punto di riferimento dell’azienda. Ora cerchiamo di coniugare l’eredità di mio padre con la realtà di oggi". Il quadro sulla presenza femminile nelle aziende italiane non è confortante: i dati illustrati da Diego Mingarelli, presidente di Confindustria Ancona, tracciano un profilo di forte disparità di genere all’interno del tessuto imprenditoriale. "I dati sono impietosi, il cammino da compiere è ancora lungo – ha esordito Mingarelli – le posizioni femminili nei consigli di amministrazione rappresentano appena un quinto del totale e le aziende interamente guidate da donne appena il 10%. Oggi abbiamo raccolto storie di imprenditrici che portano avanti le loro imprese con successo e le faremo conoscere, ma i numeri ci dicono che l’imprenditoria è ancora troppo a trazione maschile, il ruolo della donna non è ancora centrale in tante nostre aziende". L’assessore regionale alle Pari Opportunità, Chiara Biondi, pur ammettendo che "i dati non sono confortanti", ha voluto trasmettere un segnale di ottimismo, condividendo la sua esperienza personale all’interno di una giunta a predominanza maschile, dove ha trovato rispetto e collaborazione. Biondi ha inoltre ricordato le battaglie delle donne del passato, grazie alle quali si sono ottenuti diritti e identità nella società attuale. Tra gli altri contributi, quelli di Graziella Vitali, presidente dell’Associazione Donne e Cultura Marche, del vice prefetto vicario di Ancona, Davide Garra, e della senatrice marchigiana Elena Leonardi. Una seconda sessione di dibattito ha infine coinvolto Francesco Casoli, presidente di Elica Spa, Gian Luca Gregori, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche, l’imprenditore Domenico Guzzini e Roberto Lo Bianco, responsabile HR di Fincantieri.