Coronavirus, il manager di Ancona. "Noi in Cina con l’incubo della malattia"

Augusto Bordini ha un’impresa di import export e contatti con la diplomazia italiana: "Le notizie che arrivano da noi non sono attendibili"

Augusto Bordini insieme a un’interprete cinese

Augusto Bordini insieme a un’interprete cinese

Ancona, 1 febbraio 2020 - "Bene tutte le precauzioni del caso, ma non serve fare allarmismi. In Cina la vivono molto più serenamente di noi". Augusto Bordini, anconetano è stato consulente per tanti anni della Regione Marche (ai tempi di Gian Mario Spacca) e ha un’impresa di import export di vino. Sarebbe dovuto partire il sette gennaio per la Cina nel Chengdu dove ha un’impresa, per effettuare alcune fiere di settore ma un mal di schiena in questo caso ‘benedetto’, lo ha fatto restare in Italia. E non partirà fino a che l’emergenza Coronavirus non sarà cessata.

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Bordini, com’è la situazione in Cina?  "Là sono abbastanza sereni anche se cauti. Io ho diversi amici con cui sono in contatto quotidiano. Non sono vicini a Wuhan ma anche loro girano con le mascherine e stanno attenti a cucinare bene i cibi e all’igiene in genere. Tuttavia conducono una vita abbastanza normale. Wuhan da cui è partito il virus è stata circoscritta. Noi siamo a 1.200 chilometri da Wuhan e la concomitanza con il Capodanno cinese ci è stata di aiuto. La popolazione di Wuhan si è mossa per tutta la Cina durante il Capodanno cinese e per questo si sono sparsi anche i contagi ma nella città dove ho l’impresa con 14 milioni di abitanti ad oggi sono stati registrati 69 casi. Una percentuale molto ridotta".

Stanno circolando invece dei video e notizie catastrofiche..  "Sì, ma non sono assolutamente attendibili. Sono in contatto con i consolati e siamo a 213 persone decedute e 9mila contagiati, meno di un picco influenzale molto violento che può esserci da noi. Tra l’altro i primi contagiati stanno uscendo dall’ospedale sani. C’è un’immagine di un figlio che va a prendere il padre anziano, uno dei primi contagiati in assoluto e lo mostra mentre esce dall’ospedale senza conseguenze. La situazione non è disastrosa come viene detto".

Qual è secondo lei il pericolo oggi?  "Il virus si modifica ed è questo che va tenuto sotto controllo. Finchè non ci sarà un vaccino è bene che quelle persone non escano né che gli occidentali vadano in Cina. Non per la violenza del virus ma per l’assenza di un vaccino a cui comunque si sta lavorando, per le persone a rischio e per le eventuali modifiche cui il coronavrus potrebbe andare incontro".

Lei tornerà in Cina?  "Ora non potrei nemmeno farlo ma conto di poter tornare a marzo quando ci saranno delle fiere importanti, semprechè vengano confermate. La situazione è in evoluzione".

Le informazioni che circolano in Cina sono attendibili?  "Devo dire che stanno gestendo tutto in maniera molto trasparente. Ogni giorno arriva il report con i nuovi contagi e la loro localizzazione. C’è una grande trasparenza e il fatto che abbiano invitato medici stranieri è un bel segnale di trasparenza".