Jesi (Ancona), 14 marzo 2020 – “Non è tollerabile rischiare la vita in fabbrica”. Proclamato per lunedì lo sciopero alla Cnhi dove lavorano quasi 800 maestranze. Lo sciopero proclamato, di otto ore, è unitario e coinvolgerà diverse altre aziende della Vallesina e della provincia. Ad annunciare la mobilitazione è la Fiom: “La drammatica situazione che si sta vivendo a causa del dilagare del virus covid-19 richiede degli interventi straordinari generalizzati per tutta la società – rimarcano dalla sigla sindacale -. La considerazione che il Governo ha dimostrato nei confronti delle lavoratrici e lavoratori dipendenti del privato non restituisce la dignità a chi da sempre porta avanti il paese. Ancora una volta vengono scaricate sulle persone le responsabilità che spetterebbero a chi governa ma evidentemente non ha la reale percezione di come si vive dentro le fabbriche e nei posti di lavoro in generale, con il rischio che si trasformino in ulteriori focolai". Leggi anche Come capire se si è a rischio - Cosa cambia col decreto - Autocertificazione per viaggiare: il modulo La Fiom delle Marche “E’ necessario – rimarcano - individuare gli strumenti per permettere alle produzioni di fermarsi e alle persone di rimanere a casa, così come da disposizioni del Governo, che comunque valgono solo per alcuni per ripartire quando ci saranno le condizioni: ammortizzatori sociali, strumenti di sostegno al reddito e alle imprese per far fronte ai disagi che si dovranno affrontare. Con la massima disponibilità a contrattare anche tutti gli strumenti che sono contemplati nel Ccnl e a modificare eventuali fermate previste durante l’anno in quanto l’emergenza è adesso. La Fiom Marche si vede costretta a chiamare, anche in questa occasione, le lavoratrici ed i lavoratori metalmeccanici delle Marche alla mobilitazione proclamando un pacchetto di almeno 8 ore di sciopero da articolare in base alle esigenze delle singole realtà, dando comunque copertura anche nelle aziende non sindacalizzate. Imprese e Governo hanno un debito nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti, adesso è il momento di restituirne una piccola parte mettendo davanti al profitto la loro salute e restituendo il gettito fiscale che da sempre versano, con cui si finanzia la scuola e la sanità pubblica. Se l’Italia riuscirà a superare questa crisi senza precedenti, sarà grazie allo sforzo di tutti gli operatori che operano negli ospedali e dei dipendenti privati che da sempre finanziano il Paese. Il Governo – concludono - le Imprese tutelino la nostra salute e quella delle nostre famiglie”.