Crisi Covid e usura ad Ancona: sono 70 le vittime

Nella casa della coppia arrestata i carabinieri hanno trovato quaderni e appunti con diversi nomi di chi si indebitava per il gioco o la crisi legata al virus

Ai peruviani si rivolgevano non solo giocatori di azzardo ma anche famiglie in difficoltà

Ai peruviani si rivolgevano non solo giocatori di azzardo ma anche famiglie in difficoltà

Ancona, 8 giugno 2022 - Ci sarebbero almeno 70 vittime dietro i prestiti con tassi usurai concessi dalla coppia di peruviani arrestata dai carabinieri. Sulla loro identità sono in corso accertamenti da parte dei militari che sono risaliti ad un numero così elevato grazie al materiale cartaceo trovato in casa dei due indagati, marito e moglie, di 50 e 55 anni, accusati di usura aggravata in concorso. Su fogli di carta, quaderni, post-it, appunti manoscritti e perfino ricevute di denaro che riportavano la causale con la dicitura "interessi al 5%", c’erano i nomi di una settantina di persone, italiane e straniere, che avrebbero ricevuto il denaro in prestito. I carabinieri si stanno occupando di rintracciare tutti per capire quanto giro di denaro a strozzo la coppia peruviana ha fatto girare negli ultimi quattro anni.

Ancona, usurai spietati con le famiglie in crisi Covid: marito e moglie arrestati

I primi prestiti risalirebbero al 2018 e sarebbero andati avanti fino all’anno in corso. Dopo la perquisizione fatta il 24 maggio scorso, nell’abitazione anconetana della coppia sudamericana, la Procura ha ottenuto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca di 80mila euro, dei conti correnti di moglie e marito, oltre al denaro contante trovato in casa e pari a 5.400 euro. La coppia è in carcere dal 1 giugno scorso, da quando i carabinieri della stazione principale, che hanno seguito l’indagine insieme ai colleghi della Compagnia di Ancona, gli hanno notificato la misura cautelare chiesta dal pubblico ministero Andrea Laurino e firmata dal gip Carlo Masini.

Ai peruviani si sarebbero rivolti non solo giocatori di azzardo rimasti senza soldi ma anche famiglie in difficoltà economica per la pandemia e imprenditori segnati nelle proprie aziende per via delle chiusure dettate dal Covid-19. Il primo a denunciare, a febbraio scorso, è stato un albanese di 45 anni, ludopatico, che ha chiesto alla coppia di peruviani, che già conosceva per amicizie comuni, un prestito di 7mila euro. Ogni mese la cifra aumentava del 5% e il 45enne non è riuscito più a pagare il debito. A spingerlo a denunciare sarebbero state le minacce che moglie e marito gli avrebbero inoltrato per avere i pagamenti che lui non riusciva più a fare. Da lì i carabinieri hanno scandagliato il mondo del gioco, attraverso anche indagini telematiche, risalendo ad altre due vittime, sempre straniere, che si erano rivolte ai peruviani per poter fare scommesse di gioco su vari portali online appositamente dedicati.

La donna indagata, che avrebbe fatto da intermediaria, è rinchiusa nel carcere di Villa Fastiggi di Pesaro e l’uomo, considerato dagli inquirenti la mente, è in carcere a Montacuto. All’interrogatorio di garanzia che si è tenuto lunedì mattina, da remoto con il carcere, alla presenza dei loro legali, gli avvocati Elisa Gatto e Giorgio Canali, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. La difesa è intenzionata a chiedere al pm, più avanti, di ascoltare i due indagati.

Nell’ordinanza della misura cautelare si parla di "gravi indizi di colpevolezza" a loro carico anche se la responsabilità è tutta da accertare. L’arresto è scattato per il pericolo di reiterazione del reato e per il pericolo di inquinamento delle prove. Sequestrati i cellulari dove sono stati trovati messaggi con cui davano le coordinate per i versamenti dei prestiti.