"Cure oncologiche uguali in tutte le regioni"

La battaglia della professoressa Rossana Berardi direttore della Clinica di Torrette: "Oggi abbiamo a disposizione terapie precise"

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L’oncologia dedicata a tutti i pazienti, senza distinzioni tra regioni e disparità istituzionali e sanitarie. A chiederlo con forza è la professoressa Rossana Berardi, Direttore della Clinica Oncologica Univpm - Ospedali Riuniti e Presidente di Women for Oncology of Italy: "Auspico a una possibilità di coordinamento di rete, inteso come network in questo settore, affinché tutti i pazienti possano avere equa opportunità – spiega la docente della Politecnica –. Una volta i pazienti oncologici venivano trattati tutti alla stessa maniera e le armi a disposizione erano piuttosto limitate alla chemioterapia, alla radioterapia, all’intervento chirurgico, all’ormonoterapia. Oggi tutte queste armi sono fortemente integrate da terapie più precise, da terapia a bersaglio biomolecolare, da immunoterapia. Alla base c’è la necessità di ricercare una mappatura più estesa del profilo biomolecolare del tumore, al fine di scegliere la terapia giusta per il paziente giusto con una determinata malattia". Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica, aggiunge ulteriori elementi per spiegare la sua battaglia: "Il tumore sta diventando sempre di più una patologia curabile, come dimostrano i dati: sono oltre 3milioni e 600mila le persone che vivono dopo una diagnosi di cancro. È evidente che questi grandi passi avanti sono stati fatti anche grazie alla medicina di precisione e all’oncologia di precisione. Questo non può prescindere dalla possibilità di avere centri, expertise e professionisti qualificati che si occupano di questo settore. Oggi sono nati e stanno nascendo nell’ambito delle diverse regioni i Molecular Tumor Board: si tratta di gruppi multidisciplinari focalizzati a cercare di conoscere meglio la malattia e a trattarla al meglio delle possibilità, con tutte queste armi innovative che abbiamo a disposizione". Qual è la nuova frontiera? "Stiamo passando da un’oncologia di precisione al salto del paradigma. Poche settimane fa sono stati introdotti in commercio e nella pratica clinica i cosiddetti farmaci agnostici: molecole jolly che colpiscono miratamente una mutazione che siamo andati preliminarmente a identificare, indipendentemente dalla sede di origine della malattia primitiva. Una volta trattavamo il tumore, lo trattavamo con la chemioterapia e in maniera uguale per tutti i pazienti, poi ci siamo mossi verso un’oncologia di precisione a cercare determinati bersagli e specifiche mutazioni. Oggi con le molecole jolly saltiamo questo paradigma, ovvero andiamo a cercare la mutazione indipendentemente dalla sede del tumore".