
In una delle precedenti rubriche abbiamo scritto del protiro della Cattedrale di Ancona, San Ciriaco. Una storia iniziata nei primi anni del Cristianesimo è densa di avvenimenti, di vicende architettoniche, di costruzioni e demolizioni che rendono complesso un esame approfondito.
Noi cercheremo, come solitamente facciamo, di affrontare questi temi in maniera agile, certamente non da storici dell’arte, affinché possano emergere risposte alle curiosità che tante volte sopraggiungono quando si è di fronte ad un insieme così vasto e sicuramente affascinante come è la nostra maggior chiesa di Ancona. Il Duomo, intitolato sino al XIV secolo a San Lorenzo, si affaccia su Ancona dal colle Guasco. In origine in quel luogo, chiamato monte Marano, si erigeva il tempio dedicato alla Venere Euplea, protettrice dei naviganti, e la sua pianta rettangolare occupava l’asse sud-est con la facciata rivolta ad est dove in età greca e romana si estendeva la città, ma anche rivolta verso l’Oriente da cui erano giunti i Greci siracusani. Della presenza del tempio ci hanno dato notizia gli storici dell’antichità, la colonna di Traiano ma soprattutto i rilievi eseguiti durante i lavori di restauro svolti dopo i bombardamenti del 1943-1944 che danneggiarono parte della Cattedrale e che portarono alla luce i resti del tempio dove in seguito fu eretta la prima chiesa paleocristiana. L’edificio pagano risale al II secolo a.C, aveva dieci colonne sul lato lungo, sei sul lato corto e l’ingresso si affacciava ad est, sulla strada che conduceva all’abitato sottostante in direzione dell’anfiteatro, con le terme e il foro romani. Esso era collocato nel punto più alto della città dove erano sempre costruiti i templi dedicati alle divinità protettrici del luogo ed era circondato da una pavimentazione a mattoni messi a spina di pesce che avevano il compito di mettere in risalto tutta la costruzione (la nostra Cattedrale, forse unica tra quelle italiane è circondata da nero asfalto...). Sui resti del tempio fu eretta, nel VI secolo d.C., la prima chiesa cristiana. Lo storico Franco Cardini ha affermato più volte che era consuetudine in quei secoli edificare le chiese sulle rovine di un tempio, che era stato importante per la comunità, affinché il popolo guardando ad esse fosse maggiormente coinvolto nell’individuare nell’edificio sacro il simbolo della nuova religione che si stava diffondendo. La prima basilica, come abbiamo scritto, fu dedicata a san Lorenzo, uno dei sette diaconi di Roma martirizzato nel 258 e come santo Stefano molto amato dagli anconetani.
La chiesa fu costruita sopra il tempio e nella stessa direzione est-ovest con l’ingresso collocato dove oggi vi è la cappella del Crocifisso, con l’abside dove vi è quella dedicata alla Madonna e dove in precedenza vi era la cella del tempio greco-romano. In origine questa chiesa era seconda a quella che allora era la Cattedrale di Santo Stefano, i cui resti giacciono sotto Santa Maria della Piazza e che in quel periodo era ubicata a ridosso, ma fuori delle mura cittadine. In quella chiesa era conservata la reliquia, oggi al Museo Diocesano, con una delle pietre che uccisero il martire Stefano e secondo molti studiosi anche inizialmente custodite le spoglie di san Ciriaco donate ad Ancona da Galla Placidia. Un forte terremoto, nell’847, e le incursioni saracene portarono a un consistente declino della città e a un conseguente abbandono della chiesa di Santo Stefano, mentre le funzioni più importanti iniziarono ad essere svolte in quella di san Lorenzo che più sicura, perché collocata dentro il castello cittadino, assunse il titolo di Cattedrale tra il X e l’XI secolo.
A partire dal XII secolo Ancona iniziò a rinascere. Furono incrementati i traffici marittimi verso i porti dell’Adriatico e dell’Oriente cui la città era politicamente legata. Il porto divenne sempre più importante e da esso partivano navi mercantili ma anche tantissimi pellegrini provenienti da ogni parte d’Europa e diretti in Terra Santa. La città iniziò ad ampliarsi, furono costruite nuove mura con alte torri. Una di queste, attigua alla Cattedrale, fu poi trasformata in campanile. Cattedrale che per rispondere alle esigenze di una aumentata comunità doveva essere ampliata.
Esiste una documentazione archivistica che attesta l’istituzione, da parte del governo cittadino, di tasse portuali esclusivamente destinate ai lavori necessari alla manutenzione dell’edificio sacro. In questo periodo fu realizzata una nuova abside a sud, contrapposta a quella già esistente a nord che venne rialzata con dei gradini per evidenziare la sede liturgica e dove fu posta la cattedra vescovile i cui resti sono ancora oggi esistenti dietro l’altare della Madonna. Al di sotto fu modificata la cripta dove nel 1017 furono portati i corpi dei santi protettori Ciriaco e Marcellino, l’ingresso spostato nella stessa direzione in cui oggi vi è l’accesso principale. Ma è nel secolo XIII che la Cattedrale viene totalmente rinnovata con la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica, orientato nord-sud, che trasforma la pianta dell’edificio a croce greca raddoppiando così lo spazio per i fedeli.
La facciata principale non è più rivolta alla città ma al mare ed in particolare al porto, non al mare aperto, a sottolineare lo stretto rapporto che esisteva con lo scalo da cui partivano e arrivavano le navi dei mercanti anconetani. La volontà dell’amministrazione cittadina era che il Duomo dovesse essere l’elemento distintivo di Ancona, il primo ad essere visto venendo dal mare e l’ultimo lasciando la città. Non è certo se in quel periodo fu o meno realizzata una cupola circolare al centro dei due bracci in quanto l’attuale, a pianta di dodecagono fu edificata successivamente intorno al XIV secolo.
Periodo in cui furono pure sopraelevate le pareti verticali per dare maggior slancio alla struttura. Innalzamento facilmente visibile oggi guardando dall’esterno le absidi laterali dove si potrà notare le due serie di archetti che definivano l’incontro con le diverse coperture del tetto. Negli anni intermedi del XIII secolo fu realizzato il bellissimo protiro per volontà del Vescovo Bono. Un’opera che spicca su una facciata lasciata volutamente spoglia dove l’unico elemento distintivo è il volto di Cristo con la doppia aureola. Da quel secolo in poi l’edificio sacro sarà sostanzialmente come quello di oggi e le poche modifiche che saranno apportate riguarderanno minimi interventi legati principalmente agli adeguamenti liturgici come quella realizzata nel XV secolo quando fu modificato l’abside principale per ospitare un coro rettilineo e realizzate le due cappelle laterali, una dedicata a Sant’Anna, oggi del Santissimo Sacramento, a destra e l’altra, a sinistra, a San Lorenzo. Forse un dovuto riconoscimento dopo che la chiesa era stata intitolata al santo patrono Ciriaco.
Claudio Desideri