Diritto al riposo, infermiere sanzionato. Lettera al ministro Lorenzin

E' accaduto all'ospedale di Torrette: una collega ha denunciato il caso

Un infermiere (foto Germogli)

Un infermiere (foto Germogli)

Ancona, 14 febbraio 2017 - «Caro ministro ti scrivo…». Toccata da vicino dalla storia dell’infermiere 60enne che rischia un provvedimento disciplinare perché si è rifiutato di fare un terzo turno di servizio dopo aver già lavorato 16 ore, una collega del dipendente dell’ospedale di Torrette ha deciso di denunciare insofferenza al ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin. Un tempo avrebbe preso carta e penna, stavolta Elsa Frogioni (dipendente Asur e in servizio nel blocco operatorio dell’ospedale di Osimo) ha indirizzato al vertice del dicastero una e-mail accorata.

Il testo parte dalla vicenda, per certi versi kafkiana, capitata all’infermiere vicino alla pensione, cercando di sensibilizzare i vertici affinché intervengano sulle strutture territoriali: «Il collega, con uno stato di servizio esemplare, dovrà rispondere e discolparsi per aver tutelato la sua salute e quella degli assistiti. Il fatto contestato dall’azienda riguarda il diritto al riposo. Il collega dopo aver espletato un turno regolare di mattino di ore 6,30, era in pronta disponibilità nel turno ‘notturno’ ed è stato richiamato in sala operatoria in urgenza dalla mezzanotte sino alle ore 8 del giorno seguente, ha lavorato 14 ore su 24. Doveva prendere nuovamente servizio il pomeriggio, ma essendo comprensibilmente stanco ha richiesto per iscritto al coordinatore di avere la necessità di riposare e di non essere in grado di lavorare quel giorno nel turno pomeridiano». 

La lettera poi va avanti e presenta alla Lorenzin il disagio dei dipendenti della sanità, specie le donne: «È nostro il dovere di garantire al cittadino l’esito delle prestazioni sanitarie, ma in quali condizioni? Nel 2014, fonte Mef, gli operatori sanitari sono in maggioranza donne, il 65% della forza di lavoro totale. Donne stanche, perché le risorse umane sono diminuite notevolmente, dal 2007 al 2014 il taglio totale è stato di 19mila unità a fronte di un progressivo costante aumento della popolazione anziana con necessità di cure e assistenza. I nostri carichi di lavoro sono accresciuti, i nostri diritti sottratti. Oggi gli operatori sanitari che lavorano nei Blocchi Operatori cumulano mediamente circa 180-200 ore/anno di straordinario lavorato in pronta disponibilità attiva».