"Ecco il mio film per il Kum Festival"

L’attore e regista Kim Rossi Stuart sabato presenterà in anteprima "Brado" al Cinema Italia: "Tra padre e figlio"

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Nel programma di "KUM Festival" ci sono molti eventi speciali. Ma due sono più speciali degli altri: il primo lavoro teatrale di Massimo Recalcati, "Amen", e il terzo film da regista di Kim Rossi Stuart, "Brado", che sarà proiettato in anteprima sabato (ore 21.30) al Cinema Italia. A rendere ancora più preziosa la serata è l’incontro "Domare la vita. Lasciarsi domare", che avrà come protagonisti proprio Recalcati, ideatore e direttore del festival, e il popolare attore e regista, oltre al critico cinematografico Andrea Bellavita.

Rossi Stuart, lei racconta il difficile rapporto tra un padre e un figlio. Tema impegnativo, che percorre l’intera storia umana, potremmo dire ‘dai miti greci al ‘68’. Chi sono i suoi due personaggi?

"Un padre e un figlio adolescente giunti ai ferri corti, che devono fare i conti con ferite e rancori che tengono in ostaggio il loro rapporto. Ad avvicinarli c’è un cavallo che deve essere domato. L’animale è un po’ la metafora della vita. Il ragazzo tende a farsi guidare dalla vita. Il padre pare voglia sempre dominarla". Ci riesce?

"No, anche perché, come la figura paterna di oggi, ha rinunciato, o è stato costretto a rinunciare, al proprio ruolo di potere, quello di chi deve far rispettare le regole".

Dicono che il ‘padre amico’, ma anche l’insegnante amico, celebrati da una certa cultura sessantottina, abbiano fatto più danni che altro.

"Bisogna intendersi sul concetto di amicizia. E’ un termine vasto. Il padre non può essere un amico tout court del proprio figlio, perché così rinuncerebbe alle sue prerogative di genitore".

Lei come regista ‘giudica’ i suoi personaggi o si limita a presentarli al pubblico, chiamato a farsi un’idea propria?

"Non do giudizi, ma approfondisco, perché cerco di comprendere. Cerco la radice di certe cose. Come i due personaggi, che tentano di svincolarsi dal loro rapporto negativo, attraverso l’amare, che è più importante dell’essere amati".

C’è anche l’amore tra il figlio e una ragazza, l’addestratrice di cavalli.

"Lei rappresenta un modello materno. E’ accogliente, è capace di occuparsi con tenerezza degli altri, e di dare quell’amore che cambia tutto, radicalmente".

Ma questo cavallo-vita è indomabile o no?

"Sotto coercizione è indomabile. E’ domabile se lo assecondiamo, se ci mettiamo in suo ascolto".

Domare la vita o lasciarsi domare. Ne parlerà con Recalcati...

"Sono stato molto contento quando mi è arrivata la sua proposta, mesi fa. Allora non sapevo neanche quando il film sarebbe uscito. Lui è rimasto la mia stella polare. Miravo a questo incontro, perché sono convinto che tanti ‘collegamenti’ ci uniscono".

Raimondo Montesi