Esalazioni a Falconara. "Eravamo pronti a evacuare", ora l’autorizzazione è a rischio

Assemblea di fuoco: i retroscena di Protezione civile e Comune

Animi 'caldi' durante l'assemblea (foto Antic)

Animi 'caldi' durante l'assemblea (foto Antic)

Falconara, 19 aprile 2018 - «La decisione di non intervenire con un’evacuazione è stata una decisione sofferta, di cui risponderemo». Ad affermarlo, ieri nel corso della Commissione Ambiente aperta a tutta la cittadinanza, è stato David Piccinini, responsabile della protezione civile regionale, che domenica aveva preso l’iniziativa di riunire tutti gli organismi competenti per affrontare l’emergenza delle esalazioni dalla raffineria Api, cominciate il 12 aprile dopo che il giorno precedente era trafilato greggio dal coperchio del serbatoio TK61.

«L’azienda lo aveva classificato come un evento che rientrava nel piano di emergenza interno – ha aggiunto – ma i fatti hanno dimostrato che ha avuto conseguenze all’esterno». Piccinini ha fatto anche riferimento al comportamento tenuto dal sindaco Goffredo Brandoni, criticato nel corso della commissione per non aver adottato provvedimenti di sorta. «Il sindaco sul territorio è l’autorità a capo della protezione civile e responsabile della salute, ma in questo caso non aveva strumenti per valutare gli effetti sulla popolazione e ha fatto bene a coinvolgere gli enti preposti». «Se avessi ordinato l’interruzione delle operazioni sul serbatoio – ha affermato lo stesso Brandoni – si sarebbero prolungate le esalazioni».

A mancare, hanno fatto presente i cittadini, è stata un’informazione puntuale su ciò che stava accadendo. Quanto alla decisione di non prendere provvedimenti particolari a tutela della salute pubblica, a spiegarla è stato il dottor Giuliano Tagliavento dell’Asur: «Abbiamo preso a riferimento i valori di benzene rispetto ai quali la normativa italiana indica solo un limite generico, riferito alle medie annue. Non potevamo attenerci a quello e abbiamo preso a riferimento studi statunitensi che fissano il livello minimo di rischio per periodi fino a 14 giorni. Sono valori molto tutelanti, che sono stati superati solo lunedì a Villanova, quindi non con un’esposizione prolungata». All’incontro hanno partecipato oltre 300 cittadini, tra cui tanti rappresentanti dell’associazione L’Ondaverde e del Comitato Mal’Aria, che hanno più volte interrotto la seduta e protestato. Alcuni hanno chiesto conto della mancata chiusura delle scuole (è stato spiegato che a scuola gli studenti sarebbero stati come a casa e i cittadini sarebbero stati comunque liberi di non mandare i propri figli e allontanarsi dal territorio). Tra i più contestati, l’assessore all’Ambiente Matteo Astolfi, fischiato anche quando ha spiegato di essere stato preoccupato come cittadino e come padre. Astolfi è riuscito a stento a finire il suo intervento, che si è concluso con una notizia inattesa: martedì la Giunta ha deciso di dare parere «non favorevole» al rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale alla raffineria.