
"Non immaginavo che quell’edificio fosse così grande e con caratteristiche importanti. Lo scorso anno avevo inviato una circolare a tutti i sindaci della provincia di Ancona affinché contribuissero a mettere in sicurezza gli edifici privati abbandonati; adesso mi sto preparando a inviarne un’altra per chiedere ai primi cittadini di effettuare un censimento dettagliato su queste strutture abbandonate in modo da poter procedere agli opportuni interventi".
Così il prefetto di Ancona, Darco Pellos a proposito dell’ex sede direzionale Telecom delle Marche in via Miglioli, a Brecce Bianche. Il prefetto l’altro ieri ha voluto recarsi sul posto per farsi un’idea della situazione dopo la pubblicazione da parte della stampa, compreso il Carlino, delle prove di un degrado crescente: "Non è stato un vero e proprio sopralluogo _ spiega il dottor Pellos che poi commenta anche la notizia dei baby-vandali _, non sono entrato all’interno dell’edificio, limitandomi a osservarne la struttura da fuori. Davvero imponente e soprattutto inserito in un contesto logistico favorevole, facilmente accessibile. Tra l’altro mi dicono che la parte interna, al netto degli atti vandalici, ci siano ancora delle strutture. Il nostro interesse è quello di poter evitare che un luogo del genere diventi ricettacolo per frequentazioni poco edificanti. Analizzando l’episodio che ha coinvolto i minori, oltre alla sanzione, nei loro confronti c’è il senso prioritario della salvaguardia dell’incolumità. Contenitori come quello stuzzicano la fantasia dei ragazzi, per loro diventa terra di conquista, ma sono soprattutto luoghi pericolosi. Da qui lo stimolo di creare questo censimento degli edifici abbandonati".
Intanto sulla vicenda interviene anche la Tim. La società, attraverso una nota, risponde al responsabile del sindacato Snater che sulle colonne del Carlino aveva parlato di luogo non sicuro in riferimento all’attuale sede di corso Stamira: "Tim desidera precisare che attraverso l’articolo sono state riportate affermazioni destituite di fondamento e lesive dell’immagine aziendale. Le affermazioni di un RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza), riguardanti asserite condizioni di non sicurezza della sede di corso Stamira, sono infatti contraddette dalle evidenze documentali in possesso dell’azienda. Tra le quali, solo a titolo di esempio, le certificazioni di conformità, riguardanti sia la verifica statica dell’immobile, sia la congruità delle emissioni elettromagnetiche, la cui attività si svolge sempre nel rispetto delle normative applicabili in materia. Alla luce delle considerazioni sopra esposte, Tim si riserva le più opportune azioni a tutela dei propri diritti" si legge nella nota diffusa dall’ufficio stampa della società.