Fabriano, compra mangime bio per animali ma viene truffata per 700 euro

La polizia è arrivata ai responsabili: due uomini e una donna, tutti residenti in Toscana, i quali avevano già messo a segno quaranta colpi analoghi

In azione il commissariato fabrianese

In azione il commissariato fabrianese

Fabriano (Ancona), 20 aprile 2024 – Nuova truffa informatica: i tre responsabili, individuati dai poliziotti, avevano messo a segno almeno altri quaranta ‘colpi’. Tutto è iniziato nei primi giorni di marzo quando una fabrianese, dopo lunghe ricerche in internet, ha proceduto all’acquisto di alcune confezioni di mangime biologico per animali da cortile da un sito di una ditta del centro Italia per un valore complessivo di 700 euro. La definizione della compravendita è avvenuta poco dopo concordando tempi e modi di consegna l telefono tramite l’utenza del venditore riportata nel sito. Alla fine della contrattazione, visto l’ottimo rapporto qualità-prezzo, la fabrianese ha versato il prezzo della transazione mediante bonifico bancario nazionale. Poi è rimasta in attesa della consegna della merce, il cui tracciamento era visibile sul sito del venditore. Dopo alcuni giorni, però, l’ordine effettuato e pagato risultava essere ancora : per questo, avendo bisogno urgente che i tempi concordati per la consegna fossero rispettati, la fabrianese ha provato a contattare il venditore sul cellulare posseduto: purtroppo senza esito, perchè questo risultava inattivo. Cercava quindi di inviare una mail di richiesta di notizie a un indirizzo anch’esso presente nel sito ma, con sorpresa, ha notato che questo non le consentiva più di operare con il profilo che aveva provveduto ad aprire, risultando . Dopo avere atteso qualche altro giorno, la donna ha deciso di rivolgersi al commissariato di pubblica sicurezza di Fabriano che si è attivato immediatamente per le indagini del caso. E’ stato accertato, in particolare, che l’utenza mobile sulla quale erano state condotte le trattative, l’Iban sul quale era confluito il prezzo della transazione e il sito internet correlato erano intestati a tre ditte diverse ma tutte e tre con sede sociale nella stessa località, via e numero civico. Inoltre i rispettivi legali rappresentanti erano stati oggetto, negli ultimi mesi, di una quarantina di denunce alle autorità giudiziarie di molte parti d’Italia per la stessa tipologia di reato e per fatti connotati dal medesimo modus operandi che aveva tratto in inganno la fabrianese. I denunciati per truffa informatica sono un 43enne italiano, un 36enne di origine extracomunitaria ed una 43enne italiana, tutti dimoranti in Toscana. Più difficile per la vittima riavere indietro il denaro perduto. Si tratta dell’ennesima cybertruffa messa a segno negli ultimi mesi. Un fenomeno che preoccupa i fabrianesi e non solo. Sara Ferreri