"Farina sull’auto di Warhol So che rischio l’arresto"

C’era anche una ricercatrice della Politecnica tra gli attivisti che hanno fatto il blitz alla mostra di Milano: "Azioni di disturbo per salvare il nostro pianeta"

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di Sara Ferreri

"Facciamo azioni di disturbo, le persone ci odiano e sono consapevole che rischio l’arresto e sanzioni anche elevate, ma dobbiamo fermare il negazionismo della speranza". Così Maria Letizia Ruello, ricercatrice universitaria chiaravallese che quattro giorni fa a Milano ha dato il via al lancio di 8 chili di farina sulla auto da corsa dipinta negli anni Settanta da Andy Warhol e ospitata all’interno della mostra "Andy Warhol" alla Fabbrica del Vapore di Milano. L’ennesima azione degli attivisti di Ultima Generazione, per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica sui temi. Il movimento chiede di fermare la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni e procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20 GW nell’anno corrente.

Maria Letizia Ruello, perché ha deciso di partecipare alle azioni di disturbo di Ultima generazione?

"Sono sempre stata impegnata in gruppi e movimenti di attivismo per la pace e la giustizia sociale e ambientale. Ho seguito un percorso di formazione alla non violenza con ispirazione alle suffragette, ai movimenti che si ispirano a Gandhi e Martin Luther King, alle conseguenze legali delle nostre azioni che hanno un’eco internazionale. Ho partecipato al blocco del raccordo anulare a Roma e ora all’azione di disturbo di Milano".

E non ha paura delle conseguenze anche per il suo lavoro?

"No, ho già dei fogli di via da Roma e Milano e stasera dovrò presentarmi alla caserma dei carabinieri della mia città dove ormai mi conoscono. So che rischio l’arresto dai 3 ai 5 anni. Anche come ricercatrice il mio impegno è nel trovare materiali più sostenibili. Non possiamo permetterci di continuare con il negazionismo della speranza di chi pensa che facendo la raccolta differenziata o usando i mezzi pubblici le cose possano cambiare. Dobbiamo concretamente spingere i governi a rispettare gli impegni per fermare il surriscaldamento del pianeta. La prossima estate moriranno molte più persone di quelle già decedute quest’anno per il caldo. Abbiamo avuto il 40 per cento del grano in meno per la siccità e se oggi salviamo la vita ai profughi presto ci troveremo con il fucile in mano".

Pensa davvero che la vostra azione sia incisiva?

"Se ne sta parlando a livello internazionale. Le persone ci odiano ma stanno parlando del problema e anche se ci andiamo di mezzo noi l’importante è che si sveglino dalla speranza. Il nostro gruppo è trasversale sia per età che per formazione e provenienza".

Cosa può fare secondo lei ciascuno nel proprio piccolo?

"Protestare e chiedere ai governi di rispettare veramente gli impegni presi oppure l’unico ghiaccio che conosceremo, visto che quello della Marmolada si sta sciogliendo è quello delle piste artificiali che si continuano a installare. Ad esempio vanno fermati i voli con i jet privati che producono in pochi istanti l’anidride carbonica che noi risparmiamo in due anni".