"Fausto temeva l’avvelenamento Era angosciato"

Rita, la sorella della vittima: "Voleva andarsene. Io mi ero offerta di ospitarlo. Vogliamo giustizia".

"Fausto temeva  l’avvelenamento  Era angosciato"

"Fausto temeva l’avvelenamento Era angosciato"

"Ci muoveremo per aver giustizia, per tutelare il buon nome di Fausto la cui estrema bontà gli è costata la vita. Lui viveva nel terrore, temeva di essere avvelenato ed era disposto anche a lasciare la casa dove viveva con Alessandra. Io stessa mi ero proposta di ospitarlo da me nella casa che si trova di fronte alla sua". Così Rita, la sorella di Fausto Baldoni, l’operaio fabrianese 63enne ucciso domenica nella sua abitazione. Lei e suo fratello Terenzio, assistiti dall’avvocato Angelo Franceschetti chiedono "giustizia e che sia disvelata la verità, non vendetta" per il loro fratello che secondo le loro testimonianze viveva nel terrore tanto da aver tolto in casa tutti i coltelli ed essersi anche chiuso in camera nei momenti fuori dalle righe della compagna che conosceva da 30 anni ma con la quale condivideva da due. "Fausto sosteneva economicamente Alessandra che non ha mai lavorato e chiedeva a lui il denaro di cui aveva bisogno. I fratelli di Fausto, Rita e Terenzio lo hanno aiutato anche economicamente per questo. Anche quando dopo l’omicidio della madre di Alessandra, per mano della sorella, i figli (avuti da un precedente matrimonio, ndr) sono stati seguiti e curati da Terenzio che era molto legato a loro". Il rimpianto di non aver impedito una tragedia annunciata nelle persone vicine alla vittima c’è: "Avevo cercato di allontanare Fausto da lei quando lui mi ha confessato di averne paura – ha spiegato Rita, tramite il legale –, lo avrei ospitato ma lui le voleva bene e continuava ad aiutarla. Le aveva anche proposto di farsi aiutare da un medico ma lei ha sempre rifiutato". Ma cos’è accaduto quella domenica mattina? Una lite forse per l’ennesima richiesta di denaro o per un mancato invito a pranzo a casa di Rita a Scheggia. Lei aveva invitato Terenzio e Fausto, non Alessandra con cui non correvano buoni rapporti. E lei, molto legata a Fausto a volte anche in maniera morbosa, potrebbe aver non accolto bene la cosa. Difficile dire anche perché domenica, dopo aver vagato per almeno 5 ore, Alessandra sia rientrata a casa dove i carabinieri stavano effettuando i rilievi e si sarebbe anche mostrata stupita dalla notizia. Fausto viveva in un clima di grande angoscia e paura che però, da persona umile e altruista qual era, avrebbe cercato di non esternare. Non risulterebbero denunce alla sua compagna Alessandra Galea che pure avrebbe subito nel recente passato un Tso ma non era seguita dal dipartimento di salute mentale. "Confidiamo nell’operato della magistratura – aggiunge Franceschetti- per ora i miei assistiti hanno deciso di non avvalersi di un consulente".