Giacomo Bugaro, Mister 9mila preferenze: "Nessun rammarico se stavolta non ci sono"

Per anni è stato la bandiera del centrodestra, sempre il migliore dei perdenti: nelle elezioni della storica svolta si è preso una pausa

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di Alessandro Di Marco

Bugaro, togliamoci il dente: quanto le rode essere stato a lungo il migliore dei perdenti ed ora rimanere fuori dalla contesa elettorale che ha fatto registrare la prima, storica vittoria del centrodestra?

"Non vivo di rammarichi e guardo sempre avanti. Anzi vado fiero di tutti quei voti ricevuti in passato, in primis i 9.402 alle regionali 2010. Sono state grandi soddisfazioni".

Ma adesso che la sua squadra vince, lei è in tribuna.

"Ho scelto di fermarmi con la politica attiva, ma la seguo sempre da appassionato. Anzi, pochi giorni fa ha avuto modo di vivere in prima persona una grande emozione".

Ce la racconti...

"Essere in auto con Francesco Acquaroli ed accompagnarlo nel tragitto fino all’ingresso da vincitore a Palazzo Raffaello per celebrare la sua affermazione è stata una gioia enorme. Mi ha concesso di tornare indietro nel tempo quando ero in prima linea".

Acquaroli per lei è Francesco: davvero siete così amici?

"Per quattro anni siamo stati colleghi di legislatura in Regione, entrambi all’opposizione. Si è creato davvero un bel rapporto, tanto che posso permettermi di dirglielo pubblicamente: io sono fuori dai giochi, ma se serve un consiglio, un aiuto da amico, un punto di vista esterno, mi chiami quando vuole".

Acquaroli sarà un buon governatore perché...

"Perché è un uomo riflessivo e non impulsivo: questa è una grande dote per chi deve amministrare. E poi è una persona leale".

Ma dove crede che si giocherà la partita spartiacque tra una buona e una cattiva amministrazione?

"Punto primo la ricostruzione post sisma. Sono stato nei giorni scorsi a Camerino e mi ha fatto male vedere quel bellissimo borgo ferito, dove ancora è tutto fermo. Ma conterà molto impegnarsi anche sulle infrastrutture per rendere più agile la nostra regione e sulla sanità".

Già, la sanità e lo spauracchio evocato dal centrosinistra di una destra che chiude ospedali e privatizza. Sì corre davvero questo rischio?

"Smettiamola con queste favole a cui non crede più nessuno e che hanno contribuito a portare il Pd e dintorni alla sconfitta. Piuttosto dal mio punto di vista ritengo che servano ai nostri ospedali i migliori primari per renderli attrattivi. Ecco, se posso permettermi, a Francesco consiglio di mettere a punto una macchina, tra assessori e dirigenti, la più performante possibile. Ci sono figure tecniche e manageriali dei costi alti, ma non è il momento di badare a spese, perché la qualità paga".

Intanto al di là del guado, si è aperta la resa dei conti tra i Dem: c’è chi dice che hanno perso loro, non vinto voi.

"Io credo che il duopolio pesarese Ceriscioli-Ricci sia stato il migliore alleato possibile, un combinato disposto perfetto per il centrodestra. Per questo spero che Matteo Ricci rimanga a lungo ai vertici decisionali del partito".