VALERIO CUCCARONI
Cronaca

Gli universitari tornano in piazza: "Qui per la nostra salute mentale"

La protesta in occasione della Giornata nazionale del fiocchetto lilla: "Non siamo solo dei performer"

La protesta in occasione della Giornata nazionale del fiocchetto lilla: "Non siamo solo dei performer"

La protesta in occasione della Giornata nazionale del fiocchetto lilla: "Non siamo solo dei performer"

Oggi è la Giornata nazionale del fiocchetto lilla, dedicata ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, che fanno parte della più ampia gamma dei disturbi psichici. Ieri, per la vigilia di questa importante ricorrenza, gli studenti e le studentesse della Rete Studenti Medi e dell’Unione degli Universitari, compresa l’associazione Acu Gulliver, sono scesi in piazza, manifestando perché "la salute mentale è un diritto non un lusso". Intervenuto ieri a piazza Roma, Lorenzo Perlini (Udu Urbino) ha dichiarato al megafono che "noi studenti non siamo performer ma persone con la propria vita, i propri problemi e le proprie necessità, con una propria salute mentale da tutelare. Vogliamo la giusta attenzione dal governo, anche quando abbiamo bisogno non solo quando dobbiamo dimostrare qualcosa".

Viviamo in un paese in cui 1 minore su 5 soffre di disturbi mentali, tra i 16 milioni di italiani che lamentano un disagio medio-grave. Comprensibili dunque le parole di Angela Verdecchia (Rete Studenti Medi), che di fronte al manipolo di attiviste ha dichiarato: "Avremmo apprezzato una maggiore partecipazione da parte degli studenti medi e universitari ma finché la salute mentale non sarà considerata una priorità sarà così. Questa nostra azione è un messaggio non solo alla cittadinanza ma anche alle istituzioni, in particolare alla Regione Marche, che non mette al centro i giovani".

Ora che i dati si trasformano sempre di più in morti precoci, come nel caso dei due suicidi succedutisi nell’arco di pochi mesi tra università e scuole superiori, le parole di Verdecchia diventano pietre: "Siamo qui perché non possiamo più accettare che i temi legati alla salute mentale vengano costantemente sottovalutati, quando invece l’impatto che hanno sulle nostre vite è reale e profondo, e necessita più che mai di essere ascoltato con urgenza".

Ansia e depressione sono tra le problematiche più diffuse, colpendo in particolare le persone più giovani, eppure, sottolinea Verdecchia, "il tema della salute mentale continua ad essere considerato un lusso, qualcosa di elitario. Chi ha i mezzi, può permettersi percorsi di terapia e di cura. Chi non li ha, deve arrangiarsi. Gli strumenti per sostenere il benessere psicologico degli studenti esisterebbero: per esempio, lo sportello di ascolto psicologico, che però troppo spesso resta una presenza simbolica, inefficace o addirittura inesistente".

Presentata alla Camera dei deputati, la proposta di legge "Chiedimi come Sto", promossa dalla Rete Studenti Medi e dall’Unione degli Universitari, giace in Parlamento dal 2023. Oltre allo sportello psicologico funzionante, nella proposta si chiede che "l’educazione affettiva diventi parte integrante dei programmi scolastici". "Il disagio mentale – sostiene Tea, studentessa al secondo anno di Medicina – è il risultato di un sistema che ci spreme e ci abbandona. La società continua a parlarci di questo fantomatico merito, come se il nostro valore dipendesse solo dalla nostra capacità di resistere alla pressione, alla competizione, all’isolamento. Questa è performatività tossica".

Da piazza Roma la mobilitazione si è poi spostata alla facoltà di Economia per un’assemblea pubblica con esperti del Centro Heta per continuare discutere, "perché la salute mentale è parte integrante della salute pubblica" hanno concluso i manifestanti.