"Ho dovuto insistere per salvare mia figlia"

Un’altra testimonianza dei genitori che hanno lanciato l’appello per i propri bimbi cardiopatici: "Liste d’attesa lunghissime, che rischio"

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di Marina Verdenelli

Il controllo al cuore ha permesso alla figlia di scoprire un tumore al rene ed essere operata tempestivamente. Adesso, dopo l’insistenza della sua mamma la bimba, due anni appena, riesce a fare monitoraggi ogni tre settimane. Il Carlino ha raccolto un’altra storia dopo il grido di aiuto che un gruppo di genitori, riuniti in una associazione che si chiama "Un battito d’ali", hanno lanciato attraverso un video per segnalare un problema che riguarda il reparto di cardiologia pediatrica a Torrette. Lì sono seguiti bambini anche piccolissimi che hanno affrontato interventi al cuore per patologie congenite. Un reparto eccellente che però, anche a causa della pandemia, deve fare i conti con una lista di attesa lunga per visite ed esami che i malati non possono rimandare. Stando ai genitori, che si sono rivolti anche all’azienda sanitaria, chiamando il cup per prenotare determinati accertamenti le agende sono piene fino al 2024.

"Per arrivare a questo ho dovuto insistere – racconta Lorena Notarangelo – se mia figlia avesse solo il problema al cuore adesso attenderebbe anche lei visite di controllo fino al 2024. Già una volta l’anno, con le visite programmate, si arriva con l’ansia alla gola perché avendo un cuore già compromesso ogni malessere che accusa, anche la febbre, per noi è un dramma perché non sappiamo se dipenda da un aggravamento. Figuriamoci sentirsi dire di attendere anche oltre per un esame o una visita. Non lo possiamo accettare per questo noi genitori siamo molto arrabbiati. Le visite tempestive servono a tenere sotto controllo la vita dei nostri figli".

Notarangelo è originaria dell’Abruzzo e il primo intervento al cuore la figlia lo ha fatto a Bergamo, appena nata. Con il reparto di Torrette è entrata in contatto subito dopo, per una operazione correttiva importante, e da allora la sua bimba è seguita lì. "I controlli periodici che deve fare – dice la mamma – prevedono anche un ecoaddome e proprio durante questo esame è emerso che la mia piccola aveva un tumore ad un rene. A fine luglio scorso è stata operata a Pescara, poi di nuovo il 31 agosto per asportarle la massa rimasta ma poi le sue condizioni si sono aggravate tanto che è stata trasferita d’urgenza al Salesi, alla rianimazione pediatrica". Ad Ancona ha subito altri interventi, uno salvavita, un vero miracolo perché aveva poche possibilità, con i suoi cardiologi presenti e ad oggi torna una volta a settimana per fare la chemioterapia. "Dopo le dimissioni aspettavamo di essere ricontattati perché non si sapeva se doveva essere operata nuovamente – continua la mamma – nessuno però ci chiamava. Così visto che salivamo una volta a settimana per la chemio ho chiesto e insistito di far fare anche il controllo al cuore. A fine dicembre fa una ecografia finalmente ed è emerso che aveva una sospetta endocardite, una infezione perché le cure l’avevano debilitata. Adesso ogni tre settimane fa un controllo sempre per mia insistenza".