
Almeno trecento persone hanno partecipato all’assemblea pubblica. Nonostante le rassicurazioni di Tombolini e di un tecnico ambientale. il quartiere ha ribadito il proprio no: "La Regione ora blocchi le procedure".
Il quartiere di Tavernelle dice ‘no’ all’impianto di cremazione che il comune di Ancona sta praticamente realizzando all’interno del cimitero. La possibile emissione di sostanze inquinanti dalla combustione preoccupa uno dei quartieri più popolosi della città e la presenza di almeno 300 persone all’assemblea pubblica ieri pomeriggio al Pozzetto ha confermato quanto i cittadini tengano alla salute. Un’assemblea partecipata e a tratti tesa, specie quando ha preso la parola l’assessore ai Lavori pubblici, Stefano Tombolini, l’unico della giunta a scendere nella ‘fossa dei leoni’, nonostante sapesse di andare incontro a delle polemiche: "Il traffico dell’Asse Nord-Sud che vedete scorrere qui vicino produce inquinanti di gran lunga superiori al nostro impianto – ha detto Tombolini a cui è stato concesso di parlare per un paio di minuti scarsi – Il cimitero di Tavernelle contiene 66mila salme e ha spazio zero per accoglierne altre, non possiamo più costruire nuovi colombai. Ad Ancona muoiono 1100 persone l’anno e il 45% delle famiglie sceglie la cremazione. Avviando il progetto abbiamo fatto tutto a regola d’arte, acquisendo pareri e seguendo l’iter autorizzativo". Parole che hanno fatto sollevare il pubblico a cui lo stesso Tombolini sarcasticamente ha replicato dicendo "fatevi portare per mano dove volete".
I lavori sono stati coordinati dal neonato Comitato Aria Nostra di cui, tra gli altri, fa parte Daniela Diomedi, nella scorsa sindacatura consigliera comunale del Movimento 5 Stelle: "Il sindaco ha dichiarato che l’impianto serve anche per fare cassa e questo non lo possiamo accettare. Non siamo ideologicamente contro i crematori, chiediamo solo a gran voce alla Regione di sospendere le procedure per la realizzazione dell’impianto in modo da poter studiare la cosa. Attorno ad Ancona hanno presentato richiesta di costruire un impianto simile anche Montemarciano e Loreto e abbiamo un crematorio a Fano a 49 chilometri. Faremo azioni dimostrative sul territorio".
Lucia Babini, sempre del comitato, ha parlato degli aspetti tecnici e dei rischi ambientali che il crematorio potrebbe comportare, dalle polveri sottili alle diossine fino ai metalli pesanti. Forse meritava qualche minuto in più l’intervento di Cristina Baldini, chimico e tecnico ambientale della Pan Eco di Osimo che ha lavorato all’impianto: "Sono di Tavernelle e se quell’impianto non fosse sicuro non avrei avuto dubbi da che parte stare. Dire che si tratta di un inceneritore è sbagliato, è simile a un impianto termico di un condominio. Le emissioni saranno ben controllate". Forse l’unico neo del comitato è stato mettersi in moto con un certo ritardo visto che se ne parla da più di un anno ed era nelle linee guida della giunta di centrodestra di inizio mandato (settembre 2023). Lo scorso autunno il consiglio comunale ha dato il via libera alla realizzazione (ha votato contro solo Francesco Rubini, Altra Idea di Città). Il progetto, effettivamente, è in fase avanzata. La progettazione è finita l’ottobre scorso e la gara a doppio oggetto (edile e impianto) conclusa un mese e mezzo fa: la ditta Ubaldi farà l’edificio, la Ciroldi l’impianto, entro luglio prossimo via ai lavori con l‘obiettivo di metterlo in funzione entro maggio 2026. Costo 2,5 milioni di euro.