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Imprenditrice e mamma "C’è ancora pregiudizio"

Federica Capriotti, titolare di Imelca e presidente comitato Confindustria

Imprenditrice e mamma "C’è ancora pregiudizio"

"Capita spesso di doversi giustificare di essere donna, imprenditrice con un ruolo di vertice e anche mamma. Spiegazioni che ad un uomo non sono richieste. Questo è frutto di un retaggio culturale che non si riesce proprio a superare". A parlare è Federica Capriotti titolare di Imelca srl e presidente comitato territoriale Confindustria. Dopo il diploma da ragioniera, tanta gavetta da un commercialista e nell’azienda di famiglia in un settore prettamente maschile, quello degli impianti elettrici.

La prima azienda a suo nome a soli 19 anni ma sempre sostenuta dalla spalla poderosa di suo padre, poi nel 2008 in piena crisi Federica Capriotti ha preso in mano la guida dell’azienda. Sono seguiti gli incarichi in Confindustria e poi il "future campus", l’innovativo percorso dedicato ai ragazzi delle scuole superiori. Federica Capriotti, da donna è stato difficile arrivare al suo ruolo di vertice?

"Personalmente mi sento fortunata. Devo dire che non ho mai riscontrato problemi di discriminazione né di genere, né nel mio ambiente di lavoro, né in Confindustria. Anzi probabilmente proprio perché donna ho incontrato grande rispetto ed attenzione".

Quindi non è difficile oggi essere madre, imprenditrice e responsabile di una confederazione così importante?

"Ho tre figli, di 11, 15 e 17 anni e sono diventata mamma per la prima volta poco prima di prendere le redini dell’azienda di famiglia. Io mi ritengo fortunata perché posso portare i figli in azienda, perché condivido le incombenze quotidiane con mio marito, ma in generale credo che sia possibile conciliare tutto grazie anche ai servizi come gli asili. Oggi per avere una famiglia è necessario che entrambi i genitori lavorino ed è possibile farlo. Una neomamma non può lavorare otto ore al giorno".

Però si fanno sempre meno figli, perché secondo lei?

"Probabilmente a causa della precarietà che oggi la fa da padrona. Però credo anche che ci sia troppa sfiducia, troppo pessimismo. Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Anche qui a Fabriano con la crisi della Antonio Merloni si è parlato poco di quelle aziende che hanno diversificato e di quelle che sono nate".

Grazie al campus ha incontrato tanti giovani, che differenze ha notato tra maschi e femmine?

"Forse i maschi si buttano di più, le femmine sono più timide ma spesso più attente".

Sara Ferreri