REDAZIONE ANCONA

In mostra due lunghissimi striscioni e anche un’opera microscopica

Il vernissage della mostra "Il messaggio" dell'artista Luigi Paoloni a Palazzo dei Convegni ha suscitato riflessioni sulla società contemporanea e sull'importanza dell'impegno civico. L'allestimento comprende due lunghi striscioni con un messaggio politico e un'opera microscopica simboleggiante la ricerca interiore per la pace e la solidarietà. La mostra invita i visitatori a una provocazione e a una profonda riflessione sull'attualità.

In mostra due lunghissimi striscioni e anche un’opera microscopica

Una mostra fatta di due soli lunghissimi striscioni e un’opera microscopica. Una mostra che "costringe a riflettere" come la definisce l’autore Luigi Paoloni artista jesino ed ex cabarettista del Bagaglino ieri mattina durante il vernissage nella sala galleria di Palazzo dei Convegni.

"Questa mostra – spiega Paoloni – si rifà alle provocazioni tipiche dell’arte moderna leggi Michelangelo Pistoletto e Maurizio Cattelan con la sua recente mostra a New York. L’arte moderna è l’unica che può fare breccia nell’attuale tessuto sociale così veloce e ricco di input che spesso tralascia la sostanza. Nel mio piccolo ricalco quello che questi grandi hanno fatto". Ma qual è il messaggio di questa mostra intitolata "Il messaggio"? "Ho voluto lanciare una provocazione – rimarca ancora Paoloni – si tratta di un allestimento a sfondo politico, nel senso di impegno civico. La mostra si compone di due striscioni lunghi dieci metri i quali contengono il messaggio appunto e un quadro al centro. Quest’ultimo ha una soluzione che può essere letta solo grazia ad una lente di ingrandimento. Si tratta di una metafora come a dire che la chiave della pace e della solidarietà ce l’abbiamo dentro di noi, tutto sta nel riscoprirla. L’abbiamo conosciuta ma per vigliaccheria e noncuranza tendiamo a non tenerla in considerazione perché ci costringe ad agire per la vita". Com’è nata l’idea? "E’ nata da una coscienza stringente dell’attualità: siamo capaci di digerire due guerre come fossero due partite di calcio senza che ci interessino morti, contendenti. Nel dopo pandemia che è diventato elemento di maggiore divisone invece che di unione, ci hanno abituato a essere più egoisti, di un egoismo autodistruttivo". "Chi viene a visitare la mostra – conclude Paoloni -deve avere uno choc, una provocazione. L’arte deve costringere a pensare e noi siamo messaggeri. Nel mio piccolo ho cercato di fare questo". La mostra è aperta dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 tutti i giorni fino a lunedì prossimo. Sara Ferreri