REDAZIONE ANCONA

Incidente mortale sulla piattaforma In 4 accusati di omicidio colposo

La gru si era spezzata durante un’operazione di trasbordo di azoto cadendo in acqua e inabissandosi. All’interno l’operaio a cui mancavano solo pochi giorni alla pensione. Imputata anche la società Eni

Incidente mortale sulla piattaforma In 4 accusati di omicidio colposo

La gru si era spezzata appena sotto la cabina e il gruista, Egidio Benedetto, 63 anni, abruzzese, era finito in mare con tutto l’abitacolo. Erano stati i sommozzatori dei vigli del fuoco a trovarlo, ormai inabissato e morto. Per quell’incidente, avvenuto il 5 marzo del 2019, sulla piattaforma Eni "Barbara F.", quattro persone sono finite a processo per concorso in omicidio colposo e lesioni colpose. Il dibattimento si aprirà lunedì davanti al giudice Corrado Ascoli. Oltre alla morte dell’operaio Eni, al quale mancavano pochi giorni di lavoro per andare in pensione, ci furono anche due feriti quella mattina, due operai a bordo di una imbarcazione d’appoggio alla piattaforma, una supply vessel. Dovranno affrontare il processo l’armatore e il comandante della nave che si trovava sotto la piattaforma e il direttore della piattaforma Eni con il legale rappresentante Eni all’epoca dei fatti. Dopo l’incidente la pm Irene Bilotta aveva aperto un fascicolo e coordinato le indagini poi svolte dalla Capitaneria di Porto e dal reparto Aeronavale della guardia di finanza. Oltre alle quattro persone fisiche è imputata anche la società Eni, per violazioni amministrative relative alla sicurezza sul posto di lavoro. La gru era ancorata alla piattaforma e, stando agli accertamenti fatti dopo l’incidente, si sarebbe spezzata perché qualcosa avrebbe fatto resistenza. In quel momento era in corso un’operazione di trasbordo di un bombolone di azoto e il bracci meccanico sarebbe rimasto impigliato creando quindi resistenza. Dopo la rottura la cabina dove si trovava il gruista, originario della provincia di Chieti, è andata in acqua con l’operaio ancora a bordo, cadendo da una altezza di almeno 70 metri. Il peso dell’abitacolo, di almeno quattro quintali, l’ha fatta poi inabissare.

L’incidente era avvenuto a 60 chilometri dal porto dorico, tra Ancona e Falconara, in acque internazionali. I due operai rimasti feriti si trovavano nell’imbarcazione d’appoggio, appena sotto la piattaforma, urtata dal pezzo di gru caduto in acqua. Entrambi lavoravano per una società di Ravenna. Uno era un 52enne di Catania, aveva riportato ferite maggiori e una prognosi riservata ma non era stato mai in pericolo di vita. L’altro era un 47enne della provincia di Bari. Il siciliano era stato operato all’ospedale di Torrette per le fratture riportate a femore, bacino e vertebre. Trauma cranico e toracico invece per l’altro che aveva avuto 30 giorni di prognosi. Sia i parenti della vittima deceduta che gli stessi feriti sono stati tutti già risarciti. Nel processo non figurano per ora costituzioni di parte civile.

Marina Verdenelli