Insulta sindaco ed ex presidente Anconambiente: sotto processo

A suo avviso non erano adeguate le modalità con cui lo avevano fatto lavorare in azienda

Non era contento delle sue condizioni di lavoro così aveva sbottato con un post scritto su Facebook, dando dei "criminali corrotti" alla sindaca Valeria Mancinelli e al presidente di Anconambiente Antonio Gitto. Uno sfogo che hanno portato il dipendente (oggi ormai ex) dell’azienda municipalizzata che gestisce i servizi di igiene urbana della provincia dorica, dritto nelle aule di tribunale per diffamazione aggravata dal mezzo social. La frase, che nel dettaglio era "da domani il mio posto, legalmente guadagnato con concorso pubblico, sarà libero per chi vorrà, io non intendo lavorare per criminali corrotti che hanno complottato contro di me, parlo del mio datore di lavoro Valeria Mancinelli e il presidente dell’azienda Antonio Gitto, Anconambiente di Ancona", era stata letta da molti, anche dai diretti interessati che avevano denunciato l’accaduto. Per il dipendente, 43 anni, originario di un comune costiero, non erano adeguate le modalità con cui lo avrebbero fatto lavorare e i presidi utilizzati per le attività da svolgere non sufficientemente idonei a preservarlo da malattie gravi. Proprio per questo suo pensiero aveva deciso di licenziarsi e dopo aver dato atto alla procedura aveva scritto ciò che pensava sulla sua pagina Facebook, senza il consenso dei diretti interessati. Il fatto risale, stando all’accusa, ad ottobre del 2018. Dopo un decreto di citazione a giudizio la questione è approdata nelle aule di giustizia e ieri si è tenuta l’udienza davanti alla giudice Antonella Passalacqua. L’ex dipendente, che ora fa tutt’altro lavoro, era difeso dall’avvocato Mirco Piersanti. Parte civile si è costituito il presidente di Anconambiente Antonio Gitto, 54 anni, con gli avvocati Susanna Baiocca e Michele Casali. La difesa dell’imputato ha chiesto la messa alla prova per il suo assistito, proponendo di inserirlo in qualche associazione che si dedica ad opere caritatevoli. L’udienza è stata rinviata al 7 marzo per decidere se ammettere o meno la map, e dare modo di presentare il programma inerente. Nell’immediato infatti non c’erano strutture disponibili per accogliere il suo inserimento, una realtà spesso ricorrente, i posti per accedere ad una map, anche in altre realtà giudiziarie. Con la messa alla prova per l’ex dipendente si sospenderebbe il procedimento penale (se poi va a buon fine) evitando quindi il processo all’imputato.

Marina Verdenelli