Jesi, insulti e botte per farla vivere con lui: braccialetto elettronico per un 67enne

La donna ha riportato lesioni e ferite per una prognosi di 30 giorni. La polizia ha dato esecuzione nei confronti dello jesino all’ordinanza emessa dal gip di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa

In azione la polizia

In azione la polizia

Jesi (Ancona), 18 marzo 2024 – Perseguitava una donna per fare in modo che andasse a vivere con lui fino a picchiarla: divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico per un 67enne. Nella giornata di ieri, al termine dell’attività investigativa, espletata dal personale di polizia giudiziaria del commissariato di Jesi, diretto dal vicequestore Paolo Arena e coordinata dalla Procura è stata data esecuzione all’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Ancona di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di uno jesino di 67 anni. Tutto è partito da un certificato medico del pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani che attestava le lesioni patite da una donna a seguito di aggressione fisica con una prognosi di giorni 30. Sentia a sommarie informazioni, la donna indicava quale autore della violenza un uomo di cui stava approfondendo la conoscenza. Dapprima, non sporgeva querela convincendosi, tuttavia, a farlo in un secondo momento. Dal racconto emergeva la condotta dell’uomo che da marzo dello scorso anno per persuaderla ad andare a vivere con lui, la chiamava insistentemente al cellulare arrivando a fare anche 40 telefonate al giorno. Per tali motivi la donna bloccava il suo numero. Non potendola contattare al telefono, nel mese di luglio il 67enne si è recato sotto l’abitazione della donna suonando ossessivamente il campanello e, non ricevendo risposta, ha raggiunto l’abitazione della sorella della persona offesa così da acquisire informazioni sugli spostamenti della 40enne. A ottobre poi la donna, che si era recata a casa dell’uomo per riprendere la propria bicicletta, è stata aggredita fisicamente, oltre che apostrofata malamente, tant’è che la donna necessitava delle cure del pronto soccorso da dove è stata dimessa con una prognosi di 30 giorni. Spossata dalle vessazioni, la donna, si è così determinata a denunciare i fatti evidenziando come l’uomo, nonostante la grave condotta pregressa, continuasse imperterrito coi suoi tentativi irrazionali di contatto, non mancando di offenderla pesantemente in ogni occasione di incontro. L’attività investigativa espletata, faceva emergere la pericolosità sociale dell’uomo, specie per l’ossessiva ricerca di contatto con la donna e con le persone legate da relazione affettiva alla stessa, consentendo di acquisire elementi di responsabilità penale a suo carico. A seguito dell’informativa di reato il gip, su richiesta della Procura, adottava la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare e divieto avvicinamento alla persona offesa, con la prescrizione di permanere a una distanza di almeno 500 metri e divieto assoluto di comunicazione con la stessa. All’uomo è stato applicato, altresì, il braccialetto elettronico. Si tratta di una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui è ammesso mezzo di impugnazione e il destinatario del provvedimento è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva. Il dirigente del commissariato Paolo Arena, sollecita le vittime di reati in tema di violenza domestica a “denunciare i fatti, rompendo quel muro di silenzio che contribuisce solo a isolarle sempre di più in modo da non aver alcuna alternativa: l’alternativa c’è e consiste nel riporre fiducia nell’operato tempestivo e risolutivo delle forze di Polizia in piena condivisione con la Procura.”