"La fretta non serve Io so cos’è il virus"

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Nessuno meglio di Marcello Nicolini può spiegare, tra i colleghi presenti all’iniziativa di Confcommercio sulla riapertura, cosa significa fare attenzione al contagio. Lui, titolare del Laghetto a Portonovo e ristoratore molto conosciuto e apprezzato, a marzo ha provato sulla sua pelle la paura del Covid che lo ha portato ad un passo dalla terapia intensiva. Per questo, a differenza di tutti gli altri che gridano a gran voce il desiderio di ripartire presto, anche subito, ci va più cauto: "Normale avere il desiderio di tornare al lavoro, ad abbracciare i clienti, ma credo sia altrettanto importante fare attenzione. Il Covid è una brutta bestia – racconta Marcello Nicolini – Dobbiamo fare tutti la nostra parte. Come ha detto bene la sindaca Mancinelli poco fa, tutto passa attraverso il percorso della vaccinazione. Riaprire tutto in gran fretta per poi dover richiudere subito dopo sarebbe anche peggio. Il momento attuale non è facile, al di là della questione economica. Tutti abbiamo voglia di tornare a vivere e ad incontrare i clienti, nel mio caso questo desiderio è anche più ampio, ma bisogna avere pazienza. Il momento non è facile, al di là della questione economica, dobbiamo remare tutti insieme per raggiungere un obiettivo comune, ma quanto è successo ci deve insegnare a stare attenti. Una data certa? Sì, sarebbe importante; venti giorni in più o in meno a questo punto non conta, l’importante è avere chiarezza. Io sono pronto, ho ricevuto messaggi di vicinanza anche da una ricercatrice anconetana che ha lavorato alla preparazione del vaccino Johnson & Johnson".

Il titolare del Laghetto ha raccontato alcuni passaggi della sua esperienza con il Covid alla platea di ristoratori presenti ieri mattina in Confcommercio: "Il Covid mi ha cambiato, è stata un’esperienza che segna la vita per sempre – conclude Nicolini – Chi dice ‘apriamo a tutti i costi’ lo capisco, ma l’esperienza della Sardegna è lì".