La protesta degli studenti: "Nel nome della Palestina. E qui non ci sono alloggi"

Duro discorso del rappresentante del Consiglio studentesco, Gianluca Ferri. Bandiere e cori anche in platea: "Perché nessuno parla di quel genocidio?". .

La protesta degli studenti: "Nel nome della Palestina. E qui non ci sono alloggi"

La protesta degli studenti: "Nel nome della Palestina. E qui non ci sono alloggi"

Dalla solidarietà alla causa palestinese e alla mattanza nella Striscia di Gaza alle carenze di alloggi per gli studenti meno abbienti passando per un affondo contro il governo considerato "postfascista": il discorso del rappresentante del Consiglio studentesco dell’Università Politecnica delle Marche, Gianluca Ferri, ha sconvolto l’atmosfera celebrativa della cerimonia di apertura dell’anno accademico alle Muse. Parole dure, a tratti durissime, nessuna istituzione è stata risparmiata da Ferri, ma al tempo stesso nessuna voce contraria alle sue dichiarazioni esternate dal pulpito, con il leggio ammantato dalla bandiera palestinese, si è sollevata in dissenso. Un disagio lungo un quarto d’ora, il tempo di cui Ferri si è servito per sollevare una fuori dal coro, applaudita da un gruppo di studenti presenti in platea e che a fine discorso ha sollevato e fatto sventolare una grande bandiera palestinese oltre alle tipiche kefiah. Prima di iniziare Ferri ha dedicato il suo intervento "alle persone morte stanotte (ieri notte, ndr) a Rafah" e poi, dopo aver preso la parola dal Magnifico Rettore, Gian Luca Gregori, ha iniziato il suo affondo sul tema: "Il consiglio studentesco – ha sottolineato Ferri – ha chiesto all’unanimità l’immediata interruzione dei rapporti con le università israeliane: tutto potrà sembrare astratto, ma una Palestina libera è qualcosa di concreto. Le università sono parte del motore che cambia il mondo, luoghi dove le idee prendono vita e dove si gettano le fondamenta per la realizzazione del futuro. È doloroso vedere una tale ferocia nei confronti di studentesse e studenti che vogliono ancora poter sognare un mondo diverso. Un mondo dove la vita e i diritti umani, vengono salvaguardati, dove la giustizia sociale prevalga su interessi economici e politici, persone uccise ogni giorno da decenni, decine di migliaia di morti, apartheid, occupazione, vite spezzate dall’ideologia sionista, Paesi interi, ciechi, sordi e muti di fronte al genocidio in corso. Spero che la nostra voce qualcosa valga: di una Palestina libera non se ne parla, di uno stop al genocidio non se ne parla. Di una condanna allo Stato sionista di Israele non se ne parla e in una sede come questa sembra anche fuori luogo: qui c’è appesa la bandiera della Palestina, sul mio petto c’è una spilla con la bandiera della Palestina accanto a quella della nostra università". Alla cerimonia c’era anche il capogruppo di Fratelli d’Italia, Carlo Ciccioli, che così ha commentato: "L’intervento del rappresentante del Consiglio studentesco ha fornito alla platea un punto di vista di parte e inaccettabile. È mancato, infatti, l’altrettanto forte – aggiunge – riferimento ai fatti del 7 ottobre, quando la ferocia di Hamas ha spezzato la vita di circa 1.200 persone, tanti giovani, e centinaia sono stati fatti prigionieri, tra loro anche bambini, quasi tutti soppressi".

Il rappresentante degli studenti, tuttavia, ha riservato critiche anche all’ateneo e alla reggenza: "L’università è diventata un’azienda e gli studenti sono ormai dei clienti – ha detto Ferri – Dietro i numeri snocciolati ci sono persone, vite, non serve soltanto la quantità per valutare un ateneo, ma anche il grado in cui è capace di accogliere. Penso agli studenti stranieri, non tutti in grado di potersi garantire gli studi in città. Mancano gli alloggi per loro, alcuni hanno dormito in strada. L’accesso al diritto allo studio non sempre è garantito. Tante le aspettative disattese su cui è necessario fare qualcosa".