
Il ‘venerdì nero’ delle lavoratrici di Zara: 4 ore tra sciopero e assemblea per chiedere la riapertura delle trattative con la direzione su contratto, salario e condizioni di lavoro. Ieri mattina dalle 11,30 alle 12,30 (poi ripetuto nel pomeriggio) la quasi totalità delle 30 dipendenti del punto vendita di corso Garibaldi hanno manifestato davanti all’ingresso mentre all’interno del grande negozio di abbigliamento i clienti se la vedevano coi disagi, tra attese infinite e lunghe code per pagare: "L’adesione allo stato di agitazione è stata totale, è bene che la casa madre sappia in quali condizioni queste ragazze e queste donne (la rappresentanza maschile è molto bassa, ndr.) stanno lavorando.
Le più grandi sono con Zara qui ad Ancona da tantissimi anni e mai si erano trovate in queste condizioni. Per le commesse, Zara non è il ‘Paradiso delle signore’ – dichiara Valentina Gennari, Filcams Cgil Ancona _. I carichi di lavoro sono sempre più pesanti da quando la logistica rientra nelle loro mansioni. Le commesse svolgono un’attività sempre più frenetica per la quale vengono richieste competenze nuove cui non corrispondono adeguate retribuzioni. L’azienda sta andando molto bene: c’è quindi un problema di mancata equità. Nel bel mezzo del Black Friday, si consuma così la protesta di questi lavoratori e la data non è stata scelta a caso, bisognava far sentire il disappunto di una situazione ormai insostenibile da parte delle lavoratrici". Lo stato di agitazione andrà avanti con le medesime modalità anche oggi, 4 ore tra sciopero e assemblea per i due turni di lavoro. In tutte le Marche, si contano 8 negozi del gruppo di cui fanno parte Zara Home, Bershka, Pull&bear, Stradivarius, Oysho e Massimo Dutti, per un totale di circa 150 unità lavorative. Lo sciopero è stato proclamato dalla Filcams Cgil dopo la rottura delle trattative per il nuovo integrativo con l’azienda che non intende concedere istituti di premialità ai dipendenti che, da oltre 2 anni, sono alle prese con modifiche di mansioni, ore supplementari e straordinari dovuti all’aumento degli accessi e delle vendite nei negozi. In ballo, c’è la somma complessiva di circa 900 euro. Non solo: all’interno dei negozi, si registrerebbero discriminazioni nella distribuzione del reddito. In Italia, il gruppo sta registrando fatturati milionari come in tutto il mondo. Dal 4 agosto scorso, è stato dichiarato lo stato di agitazione e quindi lo sciopero di questi giorni a cui seguiranno altre iniziative a livello nazionale. Una protesta civile ma ferma: "Alcune di noi sono qui dentro da tanto tempo, alcune da 16-18, e le condizioni di lavoro sono peggiorate. I lavori della logistica ci tocca a noi mentre in passato c’erano gli addetti. Ci tocca fare dei lavori in più, la manovalanza, una cosa che prima non c’era a parità di stipendio _ spiega una delle lavoratrici in sciopero _. Oltre alla fatica ci sono problemi legati alla gran mole di lavoro complessiva senza che l’azienda preveda degli incentivi, dei premi o altro. Non si può più andare avanti così". Una protesta forte alla vigilia e nel giorno in cui l’amministrazione comunale inaugura Bianconatale 2022. Da oggi il centro cittadino sarà animato dai soni e dai colori della festa, una manna per il commercio, ma non per tutti, a partire dalle lavoratrici di Zara.