REDAZIONE ANCONA

Ladro scoperto da una traccia di sangue

Il 41enne è stata arrestato a Milano: con altri due aveva svaligiato per due volte un appartamento. Smurato un caveau dove si era ferito

Ladro scoperto da una traccia di sangue

Doppio furto nella stessa villetta on un bottino sostanzioso, diverse migliaia di euro tra pellicce e gioielli, 41enne incastrato dal dna lasciato nel caveau che aveva forzato. A trovare ed arrestare il presunto responsabile a Milano sono stati i carabinieri della compagnia di Jesi. I due furti sono stati messi a segno in una abitazione privata di Jesi il 2 dicembre scorso, il secondo appena otto giorni dopo nella stessa villetta per un bottino di diverse migliaia di euro in gioielli e pellicce. Nel secondo furto era stata sfondata, anche, una parete del caveau dal quale erano stati asportati ulteriori oggetti di valore. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ancona, svolte dall’aliquota operativa della compagnia carabinieri di Jesi con il supporto di personale della sezione investigazioni scientifiche del reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Ancona, hanno consentito di individuare uno dei presunti componenti della banda: un 41enne di nazionalità albanese già noto per furti e residente in Provincia di Milano.

L’uomo, nelle prime ore della mattina di lunedì è stato arrestato in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari. Attraverso la minuziosa analisi delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza presenti non solo nell’area in cui si trova l’abitazione svaligiata ma anche in vari punti della città, è emerso che in entrambe le circostanze la banda, composta da almeno tre persone, era arrivata sul luogo utilizzando la stessa auto le cui targhe risultavano essere però, clonate. Determinante l’accurato sopralluogo eseguito dal personale della sezione investigazioni scientifiche di Ancona che è riuscito ad individuare e repertare una piccola traccia ematica lasciata da uno dei malviventi, feritosi proprio mentre creava l’apertura in una delle pareti del caveau.

Il materiale biologico repertato era stato inviato al reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Roma dove analisi di laboratorio hanno permesso di estrapolare il relativo profilo genetico. Quindi, l’inserimento nella banca dati nazionale Dna che restituiva un match positivo con quello del citato cittadino albanese, già censito in quanto resosi autore e condannato in via definitiva per analoghi fatti di reato. Sono tuttora in corso ulteriori attività per identificare gli altri componenti della banda.