
Lavori fantasma in Comune L’assessore Paolo Manarini pronto ad andare a processo
di Marina Verdenelli
Meno della metà vogliono andare a processo, se il giudice li rinvierà a giudizio, gli altri hanno fatto richiesta di procedere con un rito alternativo, che in caso di condanna sconterà loro la pena di un terzo. Quest’ultima opzione riguarda quattro abbreviati, due patteggiamenti, e il geometra infedele del Comune Simone Bonci che non ha ancora formalmente deciso se chiedere un patteggiamento o un abbreviato. Di certo si dovrà attendere almeno fino al prossimo 7 luglio prima di vedere la fine del secondo filone dell’inchiesta "Ghost Jobs", i lavori fantasma, quelli ad opere pubbliche della città come la pineta, i laghetti del Passetto e i cimitari, mai eseguiti o eseguito solo in parte favorendo appalti ad un cartello di imprese edili amiche. Un filone scaturito dopo gli arresti per corruzione, eseguiti a novembre 2019 dalla Squadra mobile.
Nell’udienza preliminare di ieri infatti, a cui si è arrivati dopo le richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura, con il pm Ruggiero Dicuonzo e l’aggiunto Valentina D’Agostino, nei confronti di 12 indagati, accusati a vario titolo di truffa, falso in atto pubblico e abuso d’ufficio, sono state avanzate solo le richieste da parte delle difese. Sono intenzionati a procedere con l’abbreviato gli imprenditori Francesco Tittarelli, di Ancona, Tarcisio Molini, di Treia, Giuseppe Francucci, di Cingoli e Giovanna Procaccia, di Teramo. Patteggiamento per Carlo Palumbi, di Teramo e Marco Duca, di Cupramontana. Gli altri, compreso Paolo Manarini, assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Ancona, procederanno con il rito ordinario se il gup Carlo Masini li rinvierà a giudizio. Si tratta degli imprenditori Franco Scalzini, di Tolentino e Tiziana Tittoni, di Pergola. E ancora il geometra comunale Gabriele Gatti e l’ingegnere del Comune Maurizio Ronconi. Il giudice Masini ha aggiornato l’udienza al prossimo 12 maggio, quando inizierà la discussione dei pm. Già stabilite anche le altre date di udienza, 26 maggio, 16 giugno e 23 giugno per le discussioni degli abbreviati e di chi non ha fatto richiesta di riti alternativi. Il 7 luglio repliche e sentenza.
Quattro degli imprenditori del filone bis sono gli stessi finiti in quello per la corruzione che qui non è contemplata: sono Palumbi, Molini, Duca e Tittarelli. Altri quattro erano emersi invece nella chiusura delle indagini: Francucci, Procaccia, Scalzini e Tittoni. Alcuni di loro ieri erano presenti in tribunale come anche l’assessore Manarini. Assente il geometra Bonci che è stato già condannato nell’indagine madre, quella sulla corruzione, a due anni e mezzo di reclusione (per questo filone è in corso il processo per tre imputati al collegio penale per corruzione aggravata). All’assessore Manarini viene contestata l’accusa di un falso ideologico, in concorso con Bonci e Ronconi, per aver falsificato la data dell’affidamento di lavori relativi alla piantumazione del verde nell’area dei laghetti del Passetto (un appalto da 55mila euro). Stando alla Procura avrebbe retrodatato un atto, da gennaio 2019 a dicembre 2018, per ottenere fondi pubblici che erano in scadenza e che altrimenti sarebbero andati persi.