
Il "pizzino" è stato lasciato sotto al tergicristallo dell’auto davanti a casa
"Te la faremo pagare". Un testo breve ed eloquente al tempo stesso, una minaccia generica che però potrebbe racchiudere più significati, fino a quello più serio. Dall’altra sera la Digos di Ancona indaga su quanto accaduto ai danni dell’assessore comunale ai Lavori pubblici, Stefano Tombolini. Un biglietto scritto a penna, con una serie di impronte sopra, adagiato sotto il tergicristallo della sua auto parcheggiata davanti alla sua casa in zona Grazie, non così distante dal sito dove verrà realizzato l’impianto di cremazione. E che il motivo di questa minaccia, a cui si aggiungono le tensioni social scatenate dopo gli interventi dello stesso Tombolini in merito al progetto coordinato dal suo assessorato, sia il crematorio non vi è dubbio secondo gli inquirenti. Gli stessi che ritengono l’opera del cosiddetto ‘cane sciolto’ e senza alcun incarico all’interno del comitato ‘Aria Nostra’ che si sta battendo per bloccare quell’opera.
Intanto le forze dell’ordine hanno aumentato la sorveglianza sia per Tombolini sia, a scopo precauzionale, per il sindaco Daniele Silvetti. Oltre alle minacce contenute nel biglietto, da giorni sui social girano anche post con insulti; della vicenda si parlerà stamani in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto: "Chi interviene sulla vicenda ha la responsabilità di mantenere la discussione all’interno di un confronto civile, sui temi, sui contenuti, che non sfoci nel dileggio o nell’insulto perché poi questo alimenta persone più facinorose" è stato il commento a caldo del primo cittadino.
Il bersaglio principale di queste minacce, l’assessore Tombolini, ha preferito mantenere il silenzio evitando altri commenti sulla vicenda anche se lui, appena scoperto quel ‘pizzino’ sul parabrezza della sua auto non avesse alcuna intenzione di sporgere denuncia (per ora contro ignoti).
Insomma, un clima sempre più pesante nel capoluogo marchigiano intorno al progetto di realizzazione di un impianto crematorio all’interno del cimitero di Tavernelle, avversato da un comitato di residenti che ha consegnato 4.200 firme per fermare l’iter preoccupati da implicazioni di tipo ambientale in una zona residenziale.