L’eredità contesa diventa un docufilm: "Nel nome di Dina", girato in città

L’opera di Gabriele Ogiva (Gabriele Schiavoni) coinvolto in prima persona

L’eredità contesa diventa un docufilm: "Nel nome di Dina", girato in città

L’eredità contesa diventa un docufilm: "Nel nome di Dina", girato in città

L’incredibile storia dell’eredità lasciata da Dina Catalucci, benestante pensionata morta nel 2010, diventa un film. Una docu-fiction per essere precisi, girata da Gabriele Ogiva (vero nome Gabriele Schiavoni), regista anconetano coinvolto in prima persona nella vicenda che ha visto appartamenti, conti bancari e altre ricchezze sparire. Fino all’ultimo immobile, un appartamento di via Frediani, alle spalle di Palazzo del Popolo, il cui uso passerà presto nelle mani del Comune di Ancona. Il docu-film si intitola, e non poteva essere altrimenti, ‘Nel nome di Dina’. Grazie a pochi giorni di lavorazione, il documento cinematografico è in fase di allestimento e dovrebbe vedere la luce entro le prime settimane di gennaio 2024: "Siamo nella fase di post-produzione _ spiega Ogiva _, presto sistemeremo tutti i dettagli, dal montaggio alle musiche fino alle voci fuoricampo. Dobbiamo correre per provare a inserirlo nei circuiti dei festival, ma la sceneggiatura ce l’avevo pronta da sempre, per questo sono serviti pochi giorni di girato. È una storia che mi è entrata dentro, che ho vissuto da protagonista in tutti i dettagli drammatici e questo film è la mia denuncia verso un sistema che ha fallito e che non ha rispettato il volere assoluto di Dina". Un prodotto basico che prevede pochi attori, tutti anconetani e non professionisti. La trama verte su un confronto costante tra il bene e il male, due entità metafisiche i cui ruoli saranno ricoperti rispettivamente da Eleonora D’Addato e Gino Bove. Nel cast, oltre ovviamente al regista e protagonista, Gabriele Ogiva appunto, anche l’esordiente Giorgia Di Girolamo che avrà il ruolo di una giornalista che segue il caso di Dina Catalucci. Ogiva ha scelto una serie di luoghi simbolo di Ancona per girare il docu-fiction, dal centro storico al Lazzaretto passando per il cimitero di Tavernelle, in particolare l’ingresso dove si trova la tomba di famiglia della defunta: "La scena finale sarà molto forte e significativa _ aggiunge il regista anconetano che per anni ha gestito il Museo del Giocattolo di vicolo Bonarelli _: una manifestazione, un corteo alla presenza di tutte le associazioni a cui Dina avrebbe voluto dare in beneficenza i suoi averi e che invece sono state tradite; compreso il canile del territorio a cui lei era molto legata e dove aveva adottato la sua amata cagnolina Lilla".