
L’incontro col Carlino Il battesimo ad Ancona e poi lo sbarco al porto con la nave "Azzurra"
di Lucio Martino
E’ il 26 gennaio 1994 e Silvio Berlusconi comunica urbi et orbi, con un messaggio televisivo pre registrato, il suo ingresso in politica a capo di Forza Italia. Due mesi dopo vince le elezioni politiche. Quello stesso anno si presenta per la prima volta ad Ancona, alla Fiera della Pesca. Viene accolto dal gotha dell’imprenditoria marchigiana: da Merloni a Guzzini, dalla Girombelli a Giorgio Grati, da un giovanissimo Francesco Casoli. C’era pure David Favia che aveva rapporti di lavoro con Publitalia e che ricorda: "L’impressione che tutti ricevettero era quella di trovarsi innanzi ad un grande comunicatore". Il Cavaliere da allora effettua altre quattro visite ufficiali nelle Marche. Al cinema Italia di Macerata il 7 maggio del 1995 da premier e, cinque anni dopo, sbarca al porto di Ancona nel 2000 con la nave delle libertà "Azzurra" per appoggiare la candidatura a governatore delle Marche di Maurizio Bertucci, del centrodestra, sconfitto il 16 aprile dal magistrato Vito d’Ambrosio del centrosinistra: con quella nave fece una lunga campagna elettorale per i mari d’Italia.
L’11 febbraio 2006 è al Palas di Ancona per le elezioni politiche accolto da più di seimila persone. Nel 2008 torna di nuovo ad Ancona dove tiene un comizio a piazza del Papa.
Ironico. Spiritoso. Sono le caratteristiche che balzano in mente dell’uomo Berlusconi. Il mio primo incontro risale al 1994 quando mi accoglie, con il suo consueto sorriso a trentadue denti, a Palazzo Grazioli a Roma. A facilitare quella intervista è l’avvocato Maurizio Barbieri, che si candiderà a sindaco alle comunali del 2001 contro Fabio Sturani. Partiamo da Ancona alla volta della capitale a bordo della Bmw dell’amico legale. Giunti a Roma ci viene incontro, all’ingresso, l’allora portavoce del leader azzurro, Paolo Bonaiuti. Intuisco subito qual è il carisma che emana. La grande capacità di innovazione nell’utilizzo della visibilità mediatica. Mi mette a mio agio. "Mettiamoci qua così mi prendono di profilo". Snocciolo le domande e d’un tratto mi ferma: "Mi consenta. Lei ha una giacca blu e la camicia chiara: i polsini devono vedersi…", e mi estrae i polsini della camicia. Rimango di stucco. Riprendo le domande e dopo circa venti minuti ci salutiamo.
Qualche tempo dopo, nella primavera del 2000. Lo intervisto di nuovo sulla nave Azzurra rientrata in porto ad Ancona a causa del mare agitato che ne aveva impedito la navigazione per Rimini. Il mattino dopo sono in porto, assieme ad altri colleghi, per tentare un’intervista al leader azzurro. Tutti veniamo respinti dal marinaio che vigila sulla passerella d’imbarco. Chiedo di poter parlare con Bonaiuti per citofono, cosa che avviene. Gli ricordo il nostro incontro a Roma e dopo breve vengo accompagnato sul ponte. Berlusconi è seduto su un divanetto: "Come sta? Mi ricordo di lei!". Mi rivela che a bordo c’è pure sua mamma Rosa. Poi si confida: "Mi prometta che non riporterà ciò che le dico. Sa perché ho scelto di occuparmi di politica? Perché in Italia c’è una giustizia che colpisce a seconda del nome che porti. Così è stato per Craxi. Così è per me. Voglio cercare di cambiare questo paese governato da forze politiche immature. Forza Italia si batterà contro l’uso politico della giustizia". Mi chiede se mi è piaciuta l’idea di fare una campagna elettorale itinerante con una nave. Rispondo che a dire il vero sia Prodi nelle Politiche del 1997 che Veltroni nelle Europee del 1999 avevano utilizzato un pullman. "La nave però fa più colpo dal punto di vista mediatico… Sono il primo ad avere avuto questa idea!". Con quella nave Silvio da Arcore fa approdare il centrodestra alla conquista di Lazio, Abruzzo e Calabria. Non le Marche. Ma ciò non evita la caduta del governo D’Alema.