SILVIA ANGELICI
Cronaca

Lo hanno fatto anche a te. Stella che tiene acceso il ricordo

Gli studenti incontrano Adele Pardini, sopravvissuta alla strage di Sant’Anna di Stazzema. III C - III F DELLA SCUOLA MEDIA “MASTROGIORGIO NELLI“ (GUBBIO).

Adele Pardini, sopravvisuta alla strage di Sant’Anna di Stazzema

Adele Pardini, sopravvisuta alla strage di Sant’Anna di Stazzema

1944. Gubbio, 22 giugno, strage dei 40 Martiri. Sant’Anna di Stazzema, 12 agosto, eccidio nazifascista, 560 vittime, 130 sono bambini. C’è un filo speciale che lega la drammatica storia di queste due città, è un filo di speranza e di luce che nasce dalle parole di una poesia che i bambini della classe quinta della scuola primaria “Giacomo Matteotti” di Gubbio, guidati dal Maestro Antonio Menichetti, scrissero nel 2007. “Una bambola di pezza dorme su un prato bagnato di rosso…”

Da questi versi è nato un legame profondo che ha portato, lunedì 27 gennaio, all’incontro dei ragazzi delle classi terze della nostra scuola con Adele Pardini. E’ la mattina del 12 agosto del 1944, lei ha 4 anni, sta facendo colazione, la sua tazza di latte si rovescia quando, dai ripidi sentieri che conducono a Sant’Anna, tre compagnie del sedicesimo battaglione delle SS irrompono nelle case sparse del paese. Viene trascinata fuori insieme alla mamma, alle sorelle e ad altri vicini, in tutto 31 persone. Vengono messi al muro, tutti, in tre file, per ordine di altezza, una mitragliatrice falcia le loro vite.

Lei, insieme a due sorelle, si ripara in una porta che il corpo della mamma, cadendo, aveva aperto. In poche ore, tra colpi di fucile e mitraglie, incendi ed orrori inenarrabili, vengono sterminate mamme, nonni, bambini, uccisi i paesani e gli sfollati, i tanti saliti fin lassù in cerca di rifugio in un paese che era stato dichiarato “zona bianca”, quindi sicura. Uccisero Anna, sorella di Adele, di appena 20 giorni, uccisero Evelina, che quel mattino aveva le doglie del parto, uccisero la giovane mamma di Mario che, prima di morire, scagliò il suo zoccolo in faccia al nazista che stava per spararle. Dopo aver appiccato incendi per cancellare le prove dell’orrore commesso, i nazisti se ne andarono, a Sant’Anna venne il silenzio, rotto dal pianto dei sopravvissuti. Adele racconta tutto questo, la voce a tratti si spezza, guarda i 250 ragazzi che la ascoltano in religioso silenzio. "Ragazzi, vi prego, non dimenticate, sappiate che l’uomo è capace di atti meravigliosi ma anche, in certe circostanze, di ignominie".

Le note dell’orchestra della scuola accompagnano la commozione di tutti, al termine del convegno si forma un assembramento intorno ad Adele, non è una popstar e nemmeno una famosa influencer ma i ragazzi vogliono un autografo. Adele è la nostra star, preferiamo chiamarla stella, la stella che tiene acceso il ricordo. Noi non dimenticheremo, saremo memoria!