"Ma quali tradizioni?. Svuotata di ogni senso"

Critiche anche sulle proposte "Dovrebbe diventare un’occasione per valorizzare il genius loci di Ancona".

"Ma quali tradizioni?. Svuotata di ogni senso"

"Ma quali tradizioni?. Svuotata di ogni senso"

Un evento che valorizzi il passato di Ancona, quello che ne ha determinato l’identità. Così il professor Antonio Luccarini vorrebbe fosse la Fiera di San Ciriaco. Non come è oggi. "La fiera dà l’illusione di conservare le tradizioni della città, ma in realtà è ripetitiva, vuota – osserva l’ex assessore alla cultura – Con le tradizioni non c’entra niente. La gente sembra che non ne possa fare a meno, pur essendo svuotata di senso. Eppure si potrebbe riempirla di tante cose. A cominciare dalla cerimonia finale, la consegna dei Ciriachini. La si potrebbe far diventare qualcosa di più ‘forte’ dal punto di vista culturale: un’occasione per valorizzare il genius loci di Ancona. Magari attraverso convegni, piccole mostre. Ancona potrebbe far sfoggio di molte cose, in tutti i settori. Purtroppo è una città che ha un po’ di Alzheimer. Soffre di mal di storia. I suoi simboli li trascura spesso. Rimane alla buccia invece di arrivare alla sostanza".

Luccarini cita il semplice fatto che la fiera si chiude con il giorno dedicato al patrono. Il che significa (o meglio, significherebbe) parlare di storia, arte e cultura, oltre che di fede. "Sarebbe importante promuovere personaggi come Ciriaco Pizzecolli, fondatore dell’archeologia moderna, o Benvenuto Stracca, con cui inizia il diritto commerciale marittimo. E poi Franco Corelli, Gino De Dominicis, Franco Scataglini, Virna Lisi... Altre città esaltano i loro personaggi, più o meno storici. Senza contare che le fiere una volta erano anche occasione di confronto e scambio culturale".