Malata di Alzheimer 24 ore in pronto soccorso aspettando una visita che nessuno farà mai

L’incredibile storia di una 90enne di Trecastelli: "La mattina seguente ci hanno detto che poteva tornare a casa con un’ambulanza a pagamento".

Malata di Alzheimer  24 ore in pronto soccorso  aspettando una visita   che nessuno farà mai

Malata di Alzheimer 24 ore in pronto soccorso aspettando una visita che nessuno farà mai

di Giulia Mancinelli

Ventiquattr’ore al pronto soccorso per attendere la visita dell’otorino che non ci poteva essere. E’ l’odissea in cui è incappatta una anziana 90enne di Trecastelli, gravemente affetta da Alzheimer. L’anziana era arrivata in ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale di Senigallia intorno alle 15 di giovedì, dopo che i familiari con cui vive e che si prendono cura di lei, avevano chiamato il 118 perchè l’anziana aveva ingerito un liquido nocivo. L’anziana, che è disabile grave, è stata sottoposta a tutti gli accertamenti necessari per scongiurare ogni pericolo e nella serata di venerdì la situazione sembrava essere tornata sotto controllo. Ma qui l’intoppo.

"Giovedì sera i sanitari mi hanno comunicato la necessità di trattenere mia suocera per la notte in quanto doveva essere sottoposta ad una visita dall’otorino che però c’era il venerdì mattina – racconta la nuora che ha assistito per tutto i tempo l’anziana –. Siamo così rimaste al pronto soccorso per la notte e io sono rimasta con mia suocera perchè oltre che disabile la sua malattia la fa agitare molto. Dopo una notte comunque difficile (per lei ogni cambio di ambiente è un problema) venerdì mattina mi sento dire che la visita dall’otorino non ci sarebbe stata perchè la presenza dell’otorino non è proprio prevista all’ospedale di Senigallia il venerdì, essendo un servizio gestito da una Cooperativa. Dunque ci hanno trattenuto per tutta la notte inutilmente. Ma non finisce qui".

All’errore umano, legato alla prescrizione di una visita fissata in un giorno che non avrebbe mai potuto esserci, si aggiunge la questione legata al servizio di trasporto per il rientro a casa. "Alle 8,30 di venerdì mattina ci dicono che a quel punto mia suocera può tornare a casa ma per farlo ha bisogno di una ambulanza – prosegue la nuora – che però non è disponibile prima delle 13,30-14, se va bene. Quindi dobbiamo attendere altre ore al pronto soccorso con una anziana in quelle condizioni. Lo scandalo è che però mi dicono che se pago il servizio di trasporto, l’ambulanza arriverebbe a breve.

E’ davvero una vergogna". Il trasporto disabili avviene con le ambulanze non adibite alle emergenze e dunque vengono reperite a seconda delle disponbilità. Pagando si accede invece al servizio in libera professione (come per le visite specialistiche) e i tempi sono notevolmente ridotti.

"All’assessore regionale alla sanità Saltamartini dico che è ora di smetterla di criticare il passato, deve passare ai fatti e fare meglio, se riesce, di chi c’era prima" sbotta la signora.