
Le tante imbarcazioni nella baia tra Portonovo e Mezzavalle
Ancona, 20 agosto 2020 - La natura, anche quella del Conero, ha beneficiato dell’assenza umana durante i lunghi mesi di isolamento per il Covid-19. Le acque sono decisamente più pulite e si sono moltiplicati gli avvistamenti di animali, meno diffidenti, facilmente osservabili anche sotto casa. Quella natura splendida oggi sta attirando migliaia di turisti che pongono la Riviera al top tra le mete da scegliere. Lo sa bene e lo conferma, studi e osservazioni alla mano, Gilberto Stacchiotti, appassionato della natura, collaboratore dell’ente Parco e socio del circolo naturalistico «Pungitopo» di Ancona, nonché ex presidente dell’ente Parco del Conero. Come sono le acque del Conero in queste calde settimane? «Dalla trasparenza caraibica direi. Mezzavalle, Portonovo e quasi tutte le altre. Il mare ha recuperato bellezze assolutamente inconsuete eppure dovrebbero essere proprio quelle le condizioni naturali. La poca frequentazione ha ripulito tutto ma anche le minori piogge e di conseguenza l’apporto negativo dei fiumi in termini di torbidità e di parametri di salubrità (quando arriva Goletta verde a controllare il loro stato infatti preoccupa molto se prima ha piovuto)». Un fatto positivo per i bagnanti? «Certo ma della salubrità dell’acqua ne risentono positivamente anche i filtratori come le spugne e i moscioli». Che cosa accade se l’uomo interferisce in maniera negativa? «L’eccessiva fruizione del mare e gli scarichi di natura umana dalle barche provocano danni anche ai moscioli, come è stato dichiarato nel tratto dallo scoglio del Trave alla spiaggia della Vela a giugno con la comparsa dell’Escherichia coli, un caso che fa riflettere. La fruizione umana spesso ha ripercussioni negative sulla natura». Cosa si potrebbe fare per porvi rimedio? «Serve più cultura, a tutti piace il mare più pulito ma spesso è proprio l’uomo a controbuire a peggiorare la situazione». Quali specie hanno abbondato fuori dall’acqua? «L’assenza di calpestio e raccolta, assieme al mancato sfalcio primaverile, ha fortemente favorito poi le specie erbacee offrendo in questo caso fioriture abbondanti. Le nuove condizioni di maggiore disponibilità dei fiori sono la premessa per una migliore attività d’impollinazione. Per le orchidee è stata una stagione da record con abbondanza di esemplari e di specie che si sono manifestati tra aprile e giugno, seguendo il loro specifico calendario di crescita. Particolarmente significativi sono stati da questo punto di vista i dati sul monitoraggio dell’Himantoglossum adriaticum, la specie di orchidea più rara tra le 34 censite nel Parco».