Marisa, sopravvissuta ad altre due alluvioni "Resta il tuo sorriso"

Trecastelli ha dato l’addio all’82enne rimasta intrappolata in casa

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Troppo piccola la Parrocchia Madonna del Rosario di Passo Ripe per contenere le tante persone che ieri hanno voluto dare l’addio a Maria Luisa Sereni, per tutti Marisa, l’82enne morta giovedì notte, quando il Misa ha invaso anche il Comune di Trecastelli, in località Passo Ripe dove viveva. L’anziana è rimasta intrappolata nello scantinato di casa, risucchiata da acqua e fango. Non l’ha salvata nemmeno la sua statura, 170 centimentri, la donna è stata coperta dall’acqua. Sopra la bara fiori bianche e rosa e attorno, tanti mazzi colorati con cui amici, parenti e l’intera comunità hanno voluto omaggiare la donna. Le campane sono scoccate alle 16 in punto, nelle prime file, oltre ai familiari, le Autorità civili e militari e i tanti volontari che per qualche ora hanno accantonato pale e stivali di gomma per dare l’ultimo saluto alla loro concittadina.

"Il dolore è forte: lo smarrimento e un certo senso di impotenza prevalgono – le parole di don Enrico durante l’omelia – abbiamo bisogno di una parola che dia luce, diversa dalla nostre parole povere, che possono consolare, dare fiducia, speranza. Il dolore ha bisogno del suo tempo, non si può nascondere, va vissuto. Vogliamo parlare di resurrezione, perché Marisa nella sua vita ha saputo ripartire, riprendere forza, ricominciare. Una donna buona, generosa, forte e capace di ricominciare e non abbattersi, amante della vita, della famiglia e del ballo: ricordo il suo sorriso, sapeva sorridere e donarti un momento di gioia e serenità. Una donna di fede, ricordo bene la sua presenza qui la domenica: il suo posto era più o meno vicino alla Madonna, diceva ‘Quello è il posto migliore, ci vado volentieri".

Durante il rito funebre, in tanti hanno trattenuto le lacrime ricordando il sorriso e la disponibilità di Maria Luisa Sereni, che aveva vissuto due alluvioni, ma che questa volta non ce l’ha fatta. "In questi giorni abbiamo dimostrato che non siamo capaci di stare troppo sulla terra – ha proseguito Don Enrico – abbiamo ripulito il fango, non siamo fatti per la bassezza ma per vedere la luce e la luce Marisa ora la vede in Cristo e nella sua resurrezione". In questi giorni in tanti, sia volontari che amici e parenti, hanno lavorato nell’abitazione della donna per far respirare un po’ di normalità, ma anche per portare la vicinanza a familiari, che oltre ad affrontare il lutto, si trovano a superare le tante difficoltà e i disagi post alluvione: attraverso don Enrico, i familiari hanno ringraziato quanti hanno dato il loro contributo sia psicologico che di forza, ma anche gli Amministratori, le forze armate e gli uomini della Protezione Civile. Il feretro ha lasciato la chiesa e sul sagrato, amici e parenti hanno potuto portare conforto ai familiari, prima che la salma partisse per il suo ultimo viaggio, quello verso il cimitero di Castel Colonna.

Silvia Santarelli