"Mio padre morto dopo la prima dose, ditemi perchè"

Vincenzo aveva 72 anni, era un soggetto fragile: "Ha voluto vaccinarsi a tutti i costi, nonostante in famiglia fossimo contrari"

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L’esperienza della pandemia lascerà strascichi indelebili nella popolazione mondiale, tra morti, drammi sanitari e sociali, conseguenze economiche e così via. Storie di lutti familiari come quella della famiglia Fammilume. Una storia recente e dolorosa quella di Vincenzo Fammilume, anconetano di 72 anni, in parte legata alla vaccinazione anti-Covid e ad una escalation delle condizioni di salute dell’uomo proprio all’indomani della somministrazione del vaccino. La figlia Barbara racconta quanto accaduto a suo padre, ma non lo fa con l’intento principale di puntare il dito contro qualcosa o qualcuno, quanto per segnalare un fatto accaduto: "È così, mio padre non ce lo ridà indietro nessuno _ racconta Barbara Fammilume, insegnante _ e non sono qui a promuovere teorie complottistiche nei confronti del sistema vaccinale, ci mancherebbe. Il mio intento principale p far presente a chi spinge per le vaccinazioni di procedere con cautela e discrezione nei confronti dei soggetti fragili. Ci sono però dei dati di fatto. A mio padre è stata somministrata una prima dose di Pfizer il 16 aprile scorso all’Inrca e dal giorno successivo, il 17 aprile, ha iniziato a stare male e a subire un generale peggioramento delle sue condizioni. Quanto il prodotto somministrato abbia inciso io questo non lo so, sta di fatto che lui da quel giorno non è stato più bene, fino a quando il suo cuore ha cessato di battere, il 13 maggio scorso. Non abbiamo chiesto l’autopsia allora, ma la cartella clinica. Ora stiamo valutando di fare un esposto, soprattutto dopo che altre persone ci hanno rivelato di essere passate attraverso fatti analoghi". Vincenzo Fammilume è passato come uno dei cosiddetti ‘soggetti fragili’ a causa di alcune patologie e per questo è stato seguito dall’Inrca: "Lui ha voluto vaccinarsi a tutti i costi anche se io, mia madre e mia sorella eravamo contrarie _ aggiunge la figlia Barbara _. Dopo la dose non aveva forze, dormiva sempre e poi c’è stato un blocco renale. Il 27 aprile lo abbiamo fatto visitare dal cardiologo che ha disposto una terapia domiciliare, ma la situazione ha continuato a peggiorare. Il 7 maggio, dopo che il medico di famiglia ci aveva tranquillizzato, abbiamo deciso insieme di andare in pronto soccorso a Torrette. Qui i medici ci hanno detto che era passato troppo tempo. Papà è stato messo in dialisi, ma i danni collaterali hanno indebolito il cuore, pochi giorni dopo è stato dichiarato morto".