"Nessuno stallo, ma stiamo riorganizzando Dobbiamo puntare su identità e tradizione"

Intervista all’assessora regionale della Cultura, Giorgia Latini: "Non conosco certe accuse. Pino Insegno? Volto noto a livello nazionale"

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di Sara Ferreri

"Riorganizzazione e più risorse". Le parole chiave per l’assessore regionale Giorgia Latini dello stato dell’arte della cultura nelle Marche.

Assessore Latini, in questo anno così importante dopo due di pandemia e l’occasione di ‘Pesaro capitale italiana della Cultura’ su cosa sarebbe opportuno puntare per rilanciare l’intera regione?

"Su identità, tradizione e sulle peculiarità delle Marche. Per essere competitivi dobbiamo essere distintivi. L’attuale strategia punta sulla regione dei borghi, sulla capacità dei territori di differenziarsi, sui Festival, sulle mostre, sulle rassegne, sui teatri, che costituiscono per le Marche degli hub sociali e culturali. Queste cose entrano in relazione anche con la proposta turistica, diventano comunicazione e sono in grado di generare economia. Ricordo che i bandi regionali, la linea a) e b) finanziate con il Pnrr Borghi che hanno visto la partecipazione di 13 e 82 Comuni".

Alcuni progetti come il Cura teatri di Cam sembrano essere a uno stallo... perchè? Cosa manca?

"Non si tratta di uno stallo, il progetto sarà finanziato con i fondi della nuova programmazione comunitaria. Purtroppo però le risorse non sono ancora state sbloccate dall’Europa. Auspico che entro l’autunno siano disponibili".

Alcuni hanno rinunciato ai progetti per il 2022 per il ritardo relativo ai bandi regionali per festival e spettacoli. Di chi è la colpa?

"La Regione ha avviato una profonda riorganizzazione degli uffici e siamo entrati a pieno regime con il nuovo assetto a gennaio".

Il Consorzio Marche Spettacolo sembra ancora oggi un soggetto dalle funzioni poco chiare e in ogni caso sembra scomparso dai radar… perché?

"Il Consorzio sta definendo sempre meglio la propria attività di coordinamento del comparto dello spettacolo dal vivo. Da statuto ‘si propone inoltre di migliorare i livelli di qualità nella produzione e valorizzazione dello spettacolo e di promuoverne l’innovazione organizzativa e gestionale’. A parte questo, dopo il rinnovo della presidenza e della direzione, che vede impegnate due donne molto competenti e preparate, avremo a breve un avviso gestito dal consorzio che promuove il welfare culturale, con oltre 700mila euro a disposizione. Siamo la prima regione in Italia e siamo già stati presi a modello. Si tratterà di un tema che diverrà una delle principali mission del Consorzio finanziate dalla Regione. Mi pare che il profilo di questo organismo si vada definendo".

La figura del comico romano Pino Insegno come testimonial dei borghi marchigiani è secondo lei vincente?

"Coinvolgere uno dei doppiatori più noti del cinema è un buon punto di partenza. Senza contare che Pino Insegno è professionista noto anche al grande pubblico della tv. La risposta dei Comuni che hanno raddoppiato le adesioni (siamo passati da 56 Comuni a 101 Comuni) è già una prima conferma della bontà di questa scelta".

Anche la Fondazione Marche Cultura che sembrava aver trovato un assetto definitivo con forti competenze legate all’audiovisivo e ai musei è accusata di aver poca autonomia di programmazione. Che indirizzo state dando?

"Non conosco l’accusa. Abbiamo appena chiesto di destinare 16 milioni di euro da fondi Ue al cinema nelle Marche. Risorse che saranno gestite dalla Film Commission, dunque all’interno della Fondazione. Se questo vuol dire poca autonomia di programmazione allora in passato, con risorse ridotte a un quinto, l’autonomia era proprio inesistente".