Minaccia di suicidarsi con un coltello da cucina: poi, si scaglia contro i poliziotti intervenuti per farlo desistere. Attimi di paura in via Isonzo, nel cuore del rione Adriatico. E’ quanto accaduto la notte di due giorni fa, intorno alle 22. Quattro ore prima, gli uomini della Questura avevano già setacciato l’appartamento dell’uomo, un croato di 50 anni (da anni residente in Italia), dopo l’allarme lanciato dalla moglie. "Vi prego, trovate mio marito. Vuole uccidersi, non risponde più alle chiamate", aveva implorato la donna alla sala operativa del 112. Così, nel pomeriggio di venerdì le Volanti si sono portate nella palazzina di via Isonzo, senza però trovare nessuno. È dunque partita la caccia all’uomo, con telefonate insistenti al cellulare. Ma di lui nessuna traccia. Solo alle 21.45, il croato avrebbe finalmente risposto alle chiamate. Una conversazione difficile e a tratti incomprensibile, quella tra gli agenti di Polizia e il 50enne, che – stando a quanto trapela – avrebbe ripetuto frasi sconnesse, minacciando di togliersi la vita. Gli angeli in divisa hanno capito che il croato, al momento della telefonata, si trovava nel suo appartamento a due passi da via Podgora. Per questo, sono usciti in sirena da via Gervasoni per precipitarsi lì. Non dev’essere stato difficile, per i poliziotti, entrare a casa dell’uomo, dato che la porta era spalancata e dall’interno si sentivano urla di ogni tipo. Varcata la soglia, gli uomini del 113 l’hanno trovato seduto sul divano col coltello e sono stati raggiunti da una pioggia di minacce e insulti. Brandendo un’arma di 25 centimetri (con una lama da 12), il croato – dalla stazza imponente – continuava a gridare: "Non entrate che mi ammazzo". E ancora: "Guardate che se entrate vi uccido, io sono un ex militare serbo". Hanno sudato sette camicie, gli agenti, per tentare (invano) di farlo ragionare. Non c’era empatia, ascolto o comprensione che servisse. Lui voleva farla finita a tutti i costi. In un attimo, si è quindi infilzato il coltello nel polso destro: neanche il tempo che il sangue cadesse a terra (ne sarebbe fuoriuscito parecchio) che la lama era già puntata sotto la sua gola. I poliziotti gli hanno intimato di smetterla, informandolo sull’uso del taser. A quel punto, il 50enne non ci ha visto più: si è alzato di scatto dal divano, scagliandosi contro gli agenti, che sono stati costretti a dargli la scossa elettrica con la pistola gialla. Dopo averlo reso innocuo, l’hanno medicato, fermandogli l’emorragia. In un attimo, sul posto, sono giunti i mezzi del 118. L’ambulanza, scortata dalla polizia, l’ha quindi trasportato al pronto soccorso in codice arancione. Adesso, l’uomo sarebbe ricoverato in psichiatria. Su di lui, ora, pende pure una denuncia per resistenza, minacce e violenza a pubblico ufficiale.
Nicolò Moricci