SILVIA SANTINI
Cronaca

Non soltanto cinghiali: "Incidenti e campi devastati. Così il parco Gola della Rossa è sempre più abbandonato"

La denuncia con tanto di dossier fotografico di Giuseppe Locci, presidente della Comunanza agraria "In questi 27 anni un’espropriazione subdola delle proprietà e una limitazione della libertà".

La denuncia con tanto di dossier fotografico di Giuseppe Locci, presidente della Comunanza agraria "In questi 27 anni un’espropriazione subdola delle proprietà e una limitazione della libertà".

La denuncia con tanto di dossier fotografico di Giuseppe Locci, presidente della Comunanza agraria "In questi 27 anni un’espropriazione subdola delle proprietà e una limitazione della libertà".

Il Parco naturale Gola della Rossa e di Frasassi è un territorio incontaminato, dal potenziale enorme in termini turistici e non solo. La sua gestione però e lo stato in cui versa, documentato da un folto materiale fotografico, è nel mirino di Giuseppe Locci, da 10 anni presidente della Comunanza agraria Le tre parrocchie di Genga. "Dal 1997 al 2022 Il Parco è stato gestito prima dalla Comunità e poi dall’Unione Montana dell’Esino Frasassi. Il Parco e le amministrazioni comunali di Genga dopo 27 anni hanno prodotto un’espropriazione subdola delle proprietà e una limitazione della libertà – dice – Ad esempio quanto sperpero di denaro pubblico per la gestione dei cinghiali, quante paure e danni per gli automobilisti che hanno la ’fortuna’ di incontrarli nelle strade di notte e quanti pochi e sudati euro in forma di elemosina per pagare i danni ai coltivatori. Gli abitanti all’interno del Parco hanno abbandonato la maggior parte dell’agricoltura e dell’orticoltura per bisogni familiari con il conseguente peggioramento del dissesto idrogeologico. E’ facilmente documentabile tramite foto: ci sono campi che ’erano’ di girasoli, filari di viti distrutti, piante di pere e di olive devastate. Perché diminuire il numero dei cinghiali se gli agricoltori sono pochi e quindi elettoralmente non contano?".

Tra i propositi della gestione e le finalità prioritarie risultano la conservazione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale, ambientale, storico e culturale del territorio al fine di promuovere lo sviluppo socio-economico e culturale sostenibile delle popolazioni residenti e di offrire un servizio alla comunità provinciale e regionale "Tutti bla bla bla – dice Locci – La scala in legno per raggiungere il parcheggio la Cuna, sede della biglietteria delle grotte, è rotta. Il mancato mantenimento della greenway è sotto gli occhi di tutti. I sentieri in certi tratti sono impercorribili. La piazzetta Santa Maria di Monticelli è invasa dall’erba alta. I risultati di ingegneria forestale del progetto della Regione Marche sono disastrosi. Per non parlare della cartellonistica".

Nel Comune di Genga, cuore del Parco, il territorio, secondo Locci, sarebbe stato utilizzato per pochi lavori: "La maggior parte di quelli sono rilevati inutili ma hanno giustificato con mega progetti e mini interventi un enorme sperpero di denaro pubblico da parte della Comunità Montana. Ad esempio la riqualificazione fluviale del fosso di San Francesco. I lavori sono molto vistosi vicino alla strada, meno lontano, non risultano efficaci alle prime piogge e sono inutili lungo le sponde del fosso dopo pochi anni".

Nel mirino anche il camping Lago fossi: "E’ un esempio di sperpero di denaro pubblico. Sarebbe auspicabile conoscere quanto speso in totale dalla Comunità Montana dell’Esino Frasassi nei 16 anni della gestione. Il livello di degrado della struttura che costeggia una strada comunale ha suggerito alla Comunità Montana di procedere a presentare ai carabinieri di Genga nel 2013 una querela per furto e danneggiamento. Nel verbale di riconsegna le parti avrebbero dovuto sostenere che c’era stato anche disinteresse, indifferenza, negligenza e trascuratezza da parte della gestione che prima della restituzione oltre ad un misero elenco della consistenza beni mobili e arredi rimanenti all’interno del Camping. La stima dei danni al camping ammontava a 119mila euro (valore del rimanente 134mila)".